Sofia Goggia ha scelto lo Stelvio per ritornare sugli sci ed incominciare così l’ultima parte del percorso di recupero verso il ritorno in Coppa del Mondo. Dopo la frattura del piatto tibiale dello scorso febbraio, l’ennesimo infortunio di una carriera eccezionale ma scandita da tantissimi stop, la “Sofi“ nazionale, campionessa olimpica a Pyeongchang e vice campionessa 4 anni dopo a Pechino 23 giorni dopo un altro terribile infortunio, ha trovato dentro di sé le motivazioni per provare a ritornare ad altissimi livelli in vista di questa annata, ma soprattutto della prossima che si concluderà con le Olimpiadi di Milano Cortina 2026. Non c’erano in palio medaglie olimpiche o mondiali, ma rivedere Sofia Goggia in azione sugli sci sul ghiaccio del Livrio sorridente, ha un sapore speciale. L’atleta bergamasca, simbolo dello sci alpino italiano, ha scelto il ghiacciaio del Passo dello Stelvio per ritrovare le sensazioni sugli sci: dopo una prima uscita in pista alcune settimane fa, Goggia e il suo staff sono tornati in ghiacciaio da venerdì 5 luglio per un altro blocco di lavoro.
"Dopo l’infortunio, gli ortopedici mi avevano indicato sei mesi per il ritorno sugli sci, ma sono riuscita ad accelerare un po’ i tempi: la prima sciata è arrivata a quattro mesi e dieci giorni, e ora siamo a cinque mesi esatti – ha detto Sofia Goggia – . Mi sento molto bene, sempre meglio. Chiaramente l’osso ha bisogno ancora di tempo per consolidarsi al 100%, ma la tenuta è già ottima. Per questo è stato ideale venire in ghiacciaio, già adesso, e capire gli adattamenti da fare allo scarpone in vista del blocco di allenamento in Argentina". Per Sofia le nevi di Bormio e dello Stelvio, che in questi giorni hanno ospitato anche gli allenamenti dei compagni di squadra Alex Vinatzer, Christof Innerhofer e Tommaso Sala, non sono certo una novità.
"Frequento lo Stelvio da quando ero piccolissima, ricordo i primissimi ritiri estivi da bambina con lo sci club – conclude – Essere qui, su queste piste, per me è come tornare a casa. Con il mio staff ho condiviso una macroprogrammazione in avvicinamento alla prossima Coppa del Mondo. Devo vivere una giornata alla volta, è un percorso ancora tutto da costruire. Cerco di non pensare a febbraio, figuriamoci oltre".