CAMILLA MARTINA
Cronaca

Sconfiggere il killer del melo si può, con la prevenzione

Seconda la Fojanini, più dell'80% dei frutteti di Valle hanno piante colpite dal batterio Pseudomonas: per combatterlo l'unica arma è agire in anticipo

Il direttore Graziano Murada con i colleghi della Fojanini

Sondrio, 20 dicembre 2017 - Anche il melo può morire per mano di un batterio: lo Pseudomonas. Il nome significa falsa unità, deriva dalla sua abitudine di disporsi a coppie di cellule che, osservate al microscopio, sembrano una sola. Attacca le piante in difficoltà e causa una specie di screpolatura, una sfogliatura nella corteccia che si gonfia, spacca, deperisce e collassa. Non si può neutralizzare, ma si può lavorare sulla prevenzione: rinforzare le difese immunitarie della pianta, ma anche preparare al meglio i terreni. Un po' come avviene per l'essere umano. È quello che sta facendo la Fondazione Fojanini con due progetti che hanno preso il via nel 2014. Il primo finanziato dalla Provincia, il secondo dalla Regione, per un totale di alcune decine di migliaia di euro. In 4 anni, la sperimentazione ha vissuto fasi diverse. «Nel 2014, abbiamo fatto il punto della situazione, con un monitoraggio sul campo, per valutare la presenza del batterio, facendo anche compilare un questionario agli agricoltori - esordisce Mattia Franzina, tecnico della Fojanani che il 20 dicembre 2017 ha organizzato un incontro con gli agricoltori al quale hanno partecipato anche gli studenti di agraria-. Dal questionario è emerso che oltre il 50% delle aziende ha delle piante con questa problematica. E anche dopo il nostro rilievo abbiamo riscontrato che in più dell'80% dei frutteti c'era anche solo una pianta che manifestava l'attacco dell'ospite indesiderato. Meno sul fondovalle, più in quota».

Tra i 1200 ettari coltivati a melo, la Fondazione ha fotografato molta eterogeneità, anche varietale: «le gala sono le più colpite», precisa. Sempre nel 2014 abbiamo avviato la collaborazione con l'Università Politecnica delle Marche, che ha portato a diverse sperimentazioni. «Ci interessava capire quale fosse la causa scatenante dell'attacco - aggiunge - Risultato: lo Pseudomonas si insinua nelle piante debilitate, indebolite e causa una specie di screpolatura, sfogliatura nella corteccia che si spacca, si gonfia, deperisce e poi collassa. Per combatterlo, se già insediato, non ci sono molte soluzioni, perciò bisogna giocare d'anticipo, rinforzando le difese immunitarie della pianta, ma anche preparando al meglio i terreni. Solitamente, i frutteti si innestano su terreni impoveriti già in partenza. Andrebbero invece preparati bene, resi più fertili con compost e sostanze organiche. In questo modo è più facile che non si stressino e che il batterio non trovi casa». Spesso i sintomi si osservano in primavera, quando si creano aperture sulle cortecce che possono facilitare l'accesso ai batteri. «Non basta un singolo intervento per risolvere il problema - conclude- ce ne vogliono tanti, sistematici».