Oltre al danno la beffa, verrebbe da dire, di fronte alla decisione della Svizzera di garantire il via libera ad un bianco Natale sulle piste, nonostante la pandemia continui a correre con numeri in alcuni casi peggiori rispetto all’Italia. "Nel nostro Paese – spiega il consigliere federale Alain Berset – i comprensori sciistici possono restare aperti con l’adozione di piani di protezione. È una sfida per la Svizzera, dato che i comprensori sciistici dei Paesi circostanti rimarranno chiusi durante il periodo natalizio". Avrà poco da fare il premier Conte che aveva invocato l’intervento di Bruxelles quando l’Austria aveva parlato della possibilità di aprire i propri impianti, la Svizzera non fa parte dell’Ue e, già in questi giorni, diverse piste hanno aperto i battenti.
"I Cantoni in cui c’è molto turismo invernale stanno prendendo molto sul serio la situazione – dice Lukas Engelberger, presidente della Conferenza svizzera dei direttori cantonali della sanità – e piani di protezione sarebbero molto buoni, come ci riferiscono gli esperti. Nei comprensori non si parla di limitare gli accessi alle piste". In nome del federalismo elvetico nulla vieterà ai singoli Cantoni di adottare provvedimenti più severi. "Abbiamo notato che i numeri sono in calo da 3 settimane. Le misure funzionano e lo si può notare soprattutto nella Svizzera romanda, ma in alcuni cantoni tedeschi i numeri sono invece in aumento – conclude Berset -. La strategia svizzera, che si basa sull’autodisciplina, la responsabilità individuale e la ragionevolezza funziona, possiamo tenere sotto controllo la pandemia e avere comunque una vita normale". Ai lombardi che già sognano un bianco Natale con gli sci ai piedi sulle piste svizzere non resta che raccomandare prudenza, anche se si passerà da zona rossa ad arancione gli spostamenti rimarranno vietati e il rischio è di veder fioccare le multe. Roberto Canali