FRANCESCA NERA
Cronaca

La Svizzera chiude i valichi, contrari i sindaci della Valle

Il sindaco di Livigno e quello di Villa di Chiavenna contro il provvedimento: "Chiudere le frontiere la notte sarebbe dannoso per frontalieri, turisti e cittadini"

Dogana fra Italia e Svizzera

Livigno (Sondrio), 5 aprile 2017 - La Svizzera blinda tre dogane dalle 23 alle 5. A giustificare il provvedimento - nato da una mozione della consigliera elvetica di casa Lega, Roberta Pantani - la convinzione che, lo sbarramento notturno delle frontiere, possa aumentare la sicurezza impedendo il passaggio dei ladri che sconfinano dall’Italia. Un progetto pilota della durata di sei mesi che, al momento, coinvolge le province di Como e Varese. Eppure, la notizia, non ha lasciato indifferenti gli amministratori valtellinesi delle zone di confine che, al riguardo non nascondono alcune perplessità.

“Si tratta di una problematica con la quale, fino a 9 anni fa, abbiamo già fatto i conti - spiega Damiano Bormolini, sindaco di Livigno -. Abbiamo lavorato tanto tempo con la Svizzera per garantire l’apertura dei valichi 24 ore su 24, unitamente al monitoraggio costante delle aree di confine e, se il provvedimento dovesse coinvolgerci, sarebbe un grande passo indietro. La chiusura notturna della dogana sarebbe un fatto deleterio per frontalieri e turisti ma anche per l’intera popolazione alla quale sarebbe proibito muoversi liberamente. Se, ad esempio, noi livignaschi volessimo raggiungere Sondrio negli orari meno trafficati, non potremmo farlo, e questa sarebbe una grossa limitazione”. E le conseguenze potrebbero ripercuotersi anche a livello economico. “Tra l’altro - conclude Bormiolini - la chiusura delle dogane comprometterebbe anche i rapporti commerciali con la Svizzera con evidenti danni per entrambi i Paesi”.

A storcere il naso sulla decisione svizzera è anche Massimiliano Tam, sindaco di Villa di Chiavenna. “Concordo con i colleghi delle altre province circa l’inopportunità di una scelta presa in maniera così unilaterale – dichiara Tam -. Posso comprendere l’esigenza svizzera di voler tutelare la sicurezza del territorio ma questo non va certo nella direzione di interscambio di idee, trasparenza e collaborazione che in tanti anni di lavoro si sono instaurati fra Italia e Svizzera. La chiusura notturna dei valichi rappresenterebbe un problema per tanti lavoratori, penso, ad esempio, a chi deve sottostare a dei turni. Chi finisce di lavorare alle 23 come farebbe a rientrare, sarebbe costratto comunque a oltrepassare un’altra frontiera. E se ci fosse un’emergenza? Come si metterebbe in questo caso?”. Sul fronte sicurezza, per i sindaci, non c’è di che preoccuparsi . “A Livigno le dogane sono già monitorate grazie ai sistemi di videosorveglianza”, specifica Bormolini. “Anche Villa di Chiavenna si è dotata di telecamere in diversi punti In più - conclude Tam -, una cospicua fetta del bilancio è stata destinata proprio al potenziamento dei sistemi di videosorveglianza che verranno potenziati all’ingresso del paese così come in altri punti strategici”.