ROBERTO CANALI
Cronaca

Tassa salute. Frontalieri pronti alla lotta

La tassa sulla salute è probabilmente il tema più caldo, ma non l’unico che sarà discusso sabato prossimo dai frontalieri,...

La tassa sulla salute è probabilmente il tema più caldo, ma non l’unico che sarà discusso sabato prossimo dai frontalieri,...

La tassa sulla salute è probabilmente il tema più caldo, ma non l’unico che sarà discusso sabato prossimo dai frontalieri,...

La tassa sulla salute è probabilmente il tema più caldo, ma non l’unico che sarà discusso sabato prossimo dai frontalieri, riuniti in assemblea a Varese. Sono 92.700 gli italiani che lavorano in Svizzera, ma l’80% si concentra nel Canton Ticino, per questo all’evento di Varese, oltre ai delegati di Cgil, Cisl e Uil, ci saranno i rappresentanti dei sindacati elvetici Unia, Ocst e Syna. Sul tavolo due questioni cruciali: l’opposizione alla nuova tassa sulla salute e la richiesta di piena applicazione della legge sul lavoro frontaliero. "Una serie di provvedimenti recenti rischiano di smantellare le tutele conquistate con anni di lotte sindacali - spiegano gli organizzatori -. La tassa sulla salute impone un contributo ai “vecchi“ frontalieri, che sono imponibili solo in Svizzera". Il provvedimento, secondo le parti sociali, viola il trattato internazionale tra Italia e Svizzera, introducendo una doppia imposizione.

"La situazione è ulteriormente peggiorata con la Legge di Bilancio 2025, che ha previsto un sistema di autocertificazione e il raddoppio delle sanzioni. Il governo giustifica la tassa con l’obiettivo di aumentare i salari del personale sanitario nelle zone di confine, nel tentativo di contrastare la migrazione verso la Svizzera. Ma rischia di creare un conflitto tra categorie di lavoratori senza affrontare le differenze salariali tra i due paesi". In assenza di risposte, le organizzazioni sindacali sono pronte a sollevare una questione di costituzionalità. C’è poi la questione del miglioramento della disoccupazione (Naspi) e la definizione di criteri chiari per l’utilizzo dei ristorni fiscali. Un altro nodo da sciogliere riguarda l’assegno unico universale, il cui blocco da oltre due anni sta penalizzando migliaia di lavoratori frontalieri.

Roberto Canali