
di Valentina Parmigiani
Tempi duri per la mela valtellinese. Anche lei non è stata risparmiata dal Covid e dalla conseguente crisi economica. È risaputo che la nostra valle è uno dei produttori più apprezzati in Italia per qualità e quantità dei frutti, eppure questo non è bastato per fronteggiare le difficoltà della pandemia, come spiega Umberto Musso, direttore commerciale di “ItalFrutta Distribuzioni”: "La mela è un frutto versatile ed è molto apprezzata dai consumatori. Anche per questo viene impiegata soprattutto nelle mense e nella ristorazione in generale. Mediamente, durante la stagione invernale, stocchiamo 1.200 quintali di mele senza difficoltà. Quest’anno, invece, a causa della chiusura delle mense scolastiche, di alcune mense aziendali e della ristorazione, ci siamo ritrovati con buona parte della produzione invenduta. Per noi significa stoccare i frutti nelle celle frigorifere con un aumento significativo dei costi. Noi di ItalFrutta ci riforniamo dal Gabbiano, una cooperativa sociale valtellinese, ritirando tutta la loro produzione. Questa cooperativa si contraddistingue per la bontà dei frutti che produce e soprattutto per l’uso limitato di conservanti. Tutto ciò ci permette di vendere un frutto di alta qualità, ma in un periodo come quello attuale in cui il mercato non riesce ad assorbire l’offerta, per noi diventa molto più complicato riuscire a preservare la freschezza e l’integrità della mela che non ha subito trattamenti all’origine. Solitamente, con la filiera intatta riuscivamo a vendere i frutti nel giro di pochi giorni, garantendo al consumatore tutta la qualità che ci contraddistingue e che ha reso famosa la mela valtellinese. Sono anni che vendiamo mele e sappiamo riconoscerne la qualità: quella valtellinese è senza dubbio tra le più apprezzati sul mercato".
"La mela – prosegue Musso – era anche lo spuntino designato da impiegati e studenti che vogliono stare attenti alla linea e alla salute. Con lo smart working e le lezioni a distanza, la richiesta del frutto è drasticamente calata. Anche banane e ananas, ossia i tipici frutti da mensa, si ritrovano a condividere la triste sorte della mela valtellinese. Inoltre, rispetto al primo lockdown, molte persone hanno meno risparmi e sono più attente alle spese. Ciò si ripercuote soprattutto sull’acquisto di frutta e verdura. Speriamo che il virus e la crisi conseguente siano presto un lontano ricordo, così da poter tornare alla nostra vita e al sorriso" conclude Musso.