SARA BALDINI
Cronaca

Tragedia alla Cima Cigola: così è morto l’architetto milanese Ermanno Molin Pradel

Il professionista 57enne tradito dal ghiaccio mentre scendeva dalla vetta: il calo delle temperature ha trasformato la discesa in dramma

Ermanno Molin Pradel, l'architetto milanese morto in Valtellina

Ermanno Molin Pradel, l'architetto milanese morto in Valtellina

Si è conclusa nel più tragico dei modi l’escursione del cinquantasettenne Ermanno Molin Pradel, nato il 26 dicembre 1966 a San Donato Milanese, architetto residente a Milano caduto nel primo pomeriggio di sabato 14 settembre dalla cresta della Cima Cigola, a quota 2.600 metri, nel comune di Piateda, in provincia di Sondrio. L’escursionista si trovava in zona con i familiari, che hanno chiamato i soccorsi, quando in fase di discesa è scivolato, tradito dal ghiaccio. La centrale del Servizio regionale del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico ha mandato sul posto l’elisoccorso del 118 da Sondrio e le squadre territoriali del Cnsas. Sei i tecnici della Stazione di Sondrio (VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna) impegnati. L’intervento è finito nel tardo pomeriggio con il rientro delle squadre.  Troppo gravi i traumi riportati nella caduta: i sanitari non hanno potuto che constatare il decesso. La salita dal Passo Cigola all’omonimo Pizzo è classificata di difficoltà EE, ovvero per escursionisti esperti. Si tratta di itinerari che si affrontano senza particolare attrezzatura ma presentano qualche difficoltà: il terreno ha pendii scivolosi, innevati, pietraie e passaggi rocciosi che si superano aiutandosi con le mani o valutando la roccia prima di appoggiarvi il piede. Pericoli che si accentuano in discesa. Fra la serata di venerdì e la mattina di ieri infatti il vento e una perturbazione hanno portato la neve sulle cime valtellinesi. La coltre bianca si è depositata già da una quota di 1.500 metri. Mille metri più in alto, alla quota in cui si è verificato l’incidente sulla Cresta della Cima Cigola, le condizioni erano già quasi invernali con neve e ghiaccio che hanno resto il percoso più insidioso. "Il calo delle temperature delle ultime ore e le precipitazioni nevose determinano condizioni differenti rispetto alle ultime settimane – sottolineano dal Soccorso Alpino – Attenzione a ghiaccio e neve mentre abbigliamento, equipaggiamento e competenze devono essere congeniali ai cambiamenti climatici in corso”.