
Il momento del fermo della 38enne Rujira Iamlamai è stato condotto negli uffici dei poliziotti thailandesi
Chiavenna (Sondrio), 3 febbraio 2018 - Il 18 gennaio, dopo una discussione, Amaury Rigaux ha tagliato la gola a Giuseppe De Stefani; poi, il giorno dopo, con l’aiuto dell’amante, ed ex compagna dell’italiano, la 38enne thailandese Rujira Iamlamai, ha caricato il corpo in auto e lo hanno portato in un bosco, dove lo hanno fatto a pezzi e bruciato. Questa la ricostruzione che i due assassini del 62enne chiavennasco hanno fatto alla Polizia di Bung Nara dopo l’arresto. Un bacio fugace tra i due, all’interno del commissariato, la consapevolezza che non potranno stare insieme, almeno per un po’ («almeno finchè non ti portano in tribunale» ha detto la donna al francese, prima di lasciarlo) e poi è stato dato inizio alle fasi ricostruttive in tre differenti luoghi dislocati nell’area di Phichit. Ricostruzioni atte ad ufficializzare le modalità dell’intera vicenda che sembra oramai ben delineata nella sua evoluzione. Amaury Rigaux, che inizialmente si era detto estraneo ai fatti, almeno all’omicidio (entrambi hanno subito raccontato di aver contribuito a distruggere il corpo), poi però ha confessato di aver accoltellato alla gola Giuseppe De Stefani durante un litigio lo scorso 18 gennaio. Litigio che sarebbe nato in seguito alla scoperta della relazione che, da tempo, andava avanti fra la thailandese ed il giovane francese. È a questo punto che sarebbe entrata in gioco la donna, che il giorno seguente all’assassinio avrebbe aiutato l’omicida nel tentativo, maldestro, di far sparire il corpo della vittima.
Sui due, pende ora l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. Crimini, per i quali, nel paese del Sud Est asiatico vige la pena capitale, non applicabile però sui cittadini europei e commutabile, perciò, al carcere a vita. È molto probabile, però, come dichiarato ieri dal dottor Andrea Vitalone, a capo delle indagini per l’Interpol in Thailandia, che alla condanna del francese vengano applicate le attenuanti concesse ad imputati che si dimostrino collaborativi nello svolgimento delle indagini. La sola a rischiare la pena capitale, quindi, è Rujira Iamlamai, che, però, non avendo partecipato materialmente al delitto potrebbe ottenere una condanna diversa. Il commissario di Bung Nara, colonnello Chaisathien Maneechak, ha detto che la Polizia si opporrà alla libertà su cauzione per entrambi i sospettati a causa della gravità del crimine, che ha molto colpito la comunità locale. Intanto, secondo quanto riportato sul quotidiano thailandese The Nation in un’intervista alla madre di Amaury Rigaux, sembrerebbe confermata la versione del protrarsi di una relazione clandestina che, fra i due colpevoli, era nata ben dieci mesi prima dei fatti, ma scoperta solo di recente da De Stefani.