ROBERTO CANALI
Cronaca

Un parco fotovoltaico sul Bernina: infuria la polemica

Il progetto aveva ottenuto parere favorevole dagli abitanti di Poschiavo, ma a mettersi di traverso sono stati gli ambientalisti elvetici. E ora arrivano le prime reazioni

Il trenino rosso del Bernina

Valfurva (Sondrio) – Non c’è pace sul Passo del Bernina, dove infuriano le polemiche: sulla parte italiana per l’impianto di captazione autorizzato dal Comune di Valfurva per alimentare, con le acque del Lago Bianco, le piste da sci; su quello svizzero per la realizzazione di un parco fotovoltaico da 83 ettari alle pendici della Mota Bianca.

Il progetto della BerninaSolar AG era stato sottoposto a referendum tra gli abitanti di Poschiavo a fine agosto, ottenendo parere favorevole, ma a mettersi di traverso sono stati gli ambientalisti elvetici. I primi risultati della loro furiosa campagna sono già arrivati. La Repower e la EWZ, due delle più grandi società elettriche svizzere indicate come possibili utilizzatori dell’energia prodotta sul Bernina, si sono sfilate dall’operazione.

Il rischio è che a farsi sentire adesso sia l’Unesco che nel 2008 ha riconosciuto il Trenino Rosso del Bernina (nella foto) tra i Beni patrimonio dell’umanità.

L’ad della BerninaSolar AG, Michael Jorg, alla luce degli ultimi sviluppo si è detto pronto a modificare il progetto per cambiare la collocazione dei pannelli fotovoltaici in maniera da rendere il parco solare invisibile ai passeggeri del Trenino Rosso.

Ma c’è pure da far quadrare i conti. L’accordo con Poschiavo prevede infatti un canone di utilizzo di un franco al metro quadro per la superficie utilizzata in cambio di una concessione di 67 anni: ogni modifica potrebbe tradursi in un danno economico tale da far saltare l’intero progetto.