Una colletta per il Tempietto degli alpini

A Morbegno, le Penne Nere lanciano una raccolta fondi per restaurare il Tempietto votivo degli alpini, simbolo di memoria e impegno della comunità.

Una colletta per il Tempietto degli alpini

A Morbegno, le Penne Nere lanciano una raccolta fondi per restaurare il Tempietto votivo degli alpini, simbolo di memoria e impegno della comunità.

La storia si ripete: così come nel 1961 a Morbegno un apposito comitato si premurò di attivare una raccolta di fondi per erigere il Tempietto votivo degli alpini, ora, nel 2024, sono ancora le Penne Nere a dar vita a una colletta per "curarlo", perché la copertura dopo tutti questi anni comincia, nel vero senso dell’espressione, "a fare acqua". L’iniziativa si chiama "Morbegno, abbiamo bisogno di te" e prenderà il via lunedì prossimo. Nei negozi e negli esercizi pubblici che aderiranno saranno posizionate delle cassettine di cartone dove sino a fine anno sarà possibile lasciare la propria offerta. "Da un primo preventivo per questo intervento di manutenzione straordinaria alla copertura dovrebbero servire circa 50mila euro - spiega Riccardo Canclini, vicepresidente Ana per la Bassa Valle – speriamo che l’attaccamento dei morbegnesi e non solo a questo importante luogo della memoria si traduca anche in una risposta concreta al nostro appello". Quella del Tempietto è una storia che prende avvio da una promessa. Durante la campagna di Russia gli alpini di Morbegno alla vigilia di Natale del 1942, rendendosi conto della drammatica situazione che si stava profilando, fecero un voto: "Coloro che riusciranno a tornare a casa, faranno erigere un tempietto sul Dosso del Ronco, conosciuto come Dos de la Lumaga, a ricordo di coloro che rimarranno sul suolo russo". E così è stato e anche se da quel voto passarono una ventina d’anni, il Tempietto, costato 5 milioni di lire raccolte mediante la colletta, fu costruito e inaugurato nel 1962. "Tutti abbiamo un parente che non ha più fatto ritorno dalla Russia – dice Michele Corti dell’Ana – Non è esagerato dunque affermare che il tempietto appartenga un po’ a ciascuno di noi". S.B.