La località di Prasomaso è celebre per le strutture dei sanatori Umberto I e l’Alpina. Dapprima luoghi d’élite, che richiedevano soggiorni lunghi e costosi. Ma quando la tubercolosi assunse le dimensioni di una calamità sociale, si avvertì l’esigenza di sanatori popolari, accessibili alle classi sociali meno abbienti. Ecco che, agli inizi del Novecento, l’illustre tisiologo milanese Francesco Gatti promosse una raccolta di fondi per la costruzione di un sanatorio popolare che ospitasse pazienti indigenti della provincia di Milano. Il primo problema da risolvere fu quello dell’individuazione del luogo. Problema non facile: il clima ideale per il soggiorno terapeutico è, infatti, costituito da diversi elementi, che di rado si trovano congiunti in un singolo luogo: elevato numero di giornate di sole, bassa umidità, temperatura estiva non eccessiva e clima invernale mite, esposizione a sud, riparo da ventilazione. Si candidò Tresivio, grazie all’opera del medico condotto Linneo Corti, appoggiato dall’amministrazione comunale e dal sindaco Andrea Betti, e vinse la concorrenza di altre 3 località.
"Da troppi anni - spiega Antonio Monteleone, infermiere di Pavia e autore del “Libro degli Ospiti di Prasomaso“ in vendita su un e-commerce mondiale - sono in stato di abbandono, deturpati ogni giorno, imbrattando muri, rompendo vetri, organizzando riti satanici, numerose sono le testimonianze ancora oggi sui muri della chiesa, rubando oggetti, pietre e marmi di un luogo che 100 anni fa permetteva la cura della Tubercolosi, ed oggi è un pugno nello stomaco di chi ancora vive grazie alle cure a Prasomaso o chi vive poiché residente o proprietario di case nelle immediate vicinanze. Il Sanatorio dapprima popolare, ora è affidato alla proprietà del General Manager della Maganetti Trasporti Valtellina.Le strutture sanatoriali ogni giorno perdono un pezzo di vita rischiando di implodere. Laddove si curava una volta la Tbc oggi si rischia una bomba ecologica e minaccia alla salute, per il potenziale sprigionarsi nell’aria di microscopiche particelle di amianto. Da poco proprietario di un appartamento nelle immediate vicinanze, per la salute di mia figlia. Ho lanciato una petizione sul web, che ad oggi conta 530 firmatari, per poter dare una nuova vita ai sanatori". Mi.Pu.