ROBERTO CANALI
Cronaca

Valtellina senza tosatori di pecore: colpa del Covid

Valfurva, un esperto deve arrivare dalla Francia per gli esemplari di Ciuta. Per risolvere il problema un’associazione ora punta su una raccolta fondi

Anche tosare è un problema con la pandemia

Valfurva (Sondrio), 28 aprile 2021 -  Se tanti di noi hanno sofferto quando la Lombardia era in zona rossa e i parrucchieri sono rimasti chiusi per oltre un mese, immaginatevi la sofferenza della povera pecora Ciuta che attende di tosarsi da un anno e mezzo. Anche in questo caso è tutta colpa del Covid che ha impedito al tosatore, che una volta l’anno arriva in Valtellina dalla Francia, di spostarsi per compiere il suo lavoro. Così la rete Propatrimonio montano che tutela la piccola pecora dell’arco alpino originaria della Valtellina e dell’Alto Lario ha deciso di organizzare una raccolta fondi per acquistare una macchina, del valore di 3mila euro, da utilizzare per la tosa.

"L’obiettivo è quello di supportare il recupero e l’allevamento ovino sulle Alpi valtellinesi, aiutando i pastori e gli allevatori locali a risolvere quello che oggi è diventato il problema dello smaltimento della lana e trasformarlo in valorizzazione di una materia prima – spiega Marco Paganoni –. Questa filiera si è sfaldata negli ultimi 50 anni, competenze ed attrezzature, in valle, sono quasi completamente irreperibili. Auspichiamo, con questa raccolta fondi, di poter acquistare una tosatrice professionale ed avviare dei corsi di formazione a disposizione dei tosatori del territorio per poter così migliorare il primo importantissimo passo nel reperimento della lana". Oggi infatti tosare una pecora a mano costa non meno di 10 euro e rappresenta un costo per i pastori, invece con la macchina per la tosatura e insegnando a qualche giovane ad adoperarla, si potrebbe trasformare in una risorsa la lana che oggi viene buttata via.