Il traforo del Mortirolo potrebbe essere la soluzione alla disastrosa viabilità valtellinese perché permetterebbe di decongestionare parecchio la statale 38. Il progetto, lanciato alla fine degli anni ’80, era stato rilanciato una ventina di anni fa da Paolo Oberti, allora onorevole, che aveva sostenuto la necessità di avere una viabilità alternativa alla 38, arteria che percorre longitudinalmente la provincia di Sondrio da Piantedo all’alta Valtellina. Il discorso poi è andato avanti per anni ma non si è mai arrivati a qualcosa di concreto e questa posizione della politica provinciale, in primis, lascia con l’amaro in bocca molte persone che credevano e credono nella bontà di quel progetto.
"Sul traforo del Mortirolo – dice Oberti – è calato purtroppo un assordante silenzio ormai da qualche anno. L’unico che ci ha sempre creduto è Paolo Uggè (sottosegretario di Stato alle infrastrutture e ai trasporti nel secondo e terzo governo Berlusconi, ndr). Trovo addirittura vergognoso l’atteggiamento della politica locale che sembra non capire che la Valtellina avrebbe bisogno come il pane di un’altra via d’uscita. Questo permetterebbe di far fronte alla viabilità della Ss 38, ormai satura, alle chiusure per cantieri a raffica sul tracciato verso Milano (soprattutto nelle gallerie lecchesi, ndr.). Il traforo del Mortirolo darebbe un gran respiro al traffico valtellinese, permetterebbe a molte persone di avere una via migliore per raggiungere il nord est del Paese ma anche per arrivare in Alta Valle da molte zone d’Italia. In tanti non passerebbero di certo da Milano e Lecco per venire in Valle. La verità è che i politici locali hanno dimostrato scarso interesse per questa alternativa che, vista le difficoltà della viabilità della 38, sarebbe invece da rilanciare. Ha tutte le caratteristiche per essere vincente". Il traforo non fa parte delle opere olimpiche. Fulvio D’Eri