
Laura Reghenzani
Teglio (Sondrio), 6 luglio 2017 - Dal 2011 Laura Reghenzani di Teglio combatte contro la malattia di Lyme. Nei prossimi giorni partirà per la Polonia dove si sottoporrà ad un nuovo percorso di cure. Laura ha deciso di raccontare la sua storia per sensibilizzare gli altri su questa patologia e per chiedere un sostegno in questa nuova sfida che l'attende. "Mi chiamo Laura Reghenzani, vivo a Teglio, ho 28 anni e dal 2011 ho contratto la malattia di Lyme (Borrellia), un'infezione derivante dalla puntura di una zecca su un ginocchio - racconta -. Da allora sono stata seguita da più medici in numerosi ospedali in varie regioni italiane. Purtroppo le terapie a cui mi sono sottoposta, previste dal sistema sanitario nazionale, non sono riuscite a guarirmi, con la conseguenza di un lento peggioramento che ha compromesso il mio sistema immunitario. Ormai dipendo dagli altri altri per fare molte cose e i dolori mi accompagnano. Durante questo percorso ho cercato di studiare a fondo e ho conosciuto altre persone che combattono questa patologia e che non sono ancora guariti. Lo scorso mese di maggio ho partecipato al congresso sulla malattia di Lyme a Venezia dove ho conosciuto il dottor Richard Horowitz, uno dei massimi esperti al mondo nella sua cura e trattamento, ma che purtroppo lavora negli Stati Uniti e raggiungerlo per me è difficile".
"Non mi sono arresa e ho trovato una clinica in Polonia, il centro medico San Luca a Danzica, il cui primario è il dottor Krzysztof Majdylo, allievo di Horowitz e membro del comitato di gestione ILADS Europa (Associazione Internazionale Malattia di Lyme), che mi ha accettata come paziente e mi visiterà il 20 luglio - prosegue Laura Reghenzani - Ho deciso di tentare questa strada nella speranza di un miglioramento della mia situazione. Dovrò soggiornare quindi per un lungo periodo in Polonia, si parla di mesi, ma forse anche di più, e spero il mio fisico sia abbastanza forte da riuscire a superare le cure. Il percorso che mi attende è molto costoso (le spese mediche non saranno coperte dal sistema sanitario italiano), ma la malattia mi impedisce di lavorare, per cui ho deciso di iniziare una raccolta fondi per autofinanziarmi”.