
Francesco Moro guida il Consorzio di Tutela
SONDRIO – La Bresaola della Valtellina chiude il 2024 con un bel segno positivo ma destano preoccupazione il calo della materia prima europea e le tariffe doganali.
Con una produzione che supera le 12.600 tonnellate (+6,52% sul 2023), il comparto della Bresaola della Valtellina IGP chiude un buonissimo 2024, tornando a riscontrare i numeri pre-pandemici. Il valore al consumo si è attestato su 480 milioni di euro (+6,52%) e c’è stato un aumento dell’impatto occupazionale sul territorio pari al +4%. In crescita i numeri legati all’esportazione che rappresenta il 5% della produzione, con un valore di 14 milioni di euro (+4,64%). Nel 2024, sono state esportate infatti 632 tonnellate di Bresaola della Valtellina IGP, nei Paesi UE (72% del totale in aumento del +3,2% rispetto al 2023) ed extra UE (28% del totale in aumento del +8,5% rispetto al 2023).
Nonostante i dati attuali mostrino una netta ripresa, le preoccupazioni restano elevate perché si registra una marcata contrazione della disponibilità di materia prima di origine europea e questo costringe a fare sempre più affidamento sulle importazioni extraeuropee, soggette a gravose barriere tariffarie.
”I dati positivi sono incoraggianti e confermano l’interesse sempre crescente nei confronti di un prodotto d’eccellenza - commenta Mario Francesco Moro, presidente del Consorzio di Tutela Bresaola della Valtellina –. Tuttavia, i dati legati al costante rincaro della materia prima, il cui costo continua ad aumentare anche per effetto delle barriere tariffarie in ingresso, non possono non indurci a una riflessione comune sui rischi a cui il comparto è esposto. Come Consorzio ci stiamo muovendo per cercare di arginare questo squilibrio”.
Il 2025 potrebbe essere quindi un anno complicato. "È importante che tutti gli attori della filiera riflettano e agiscano responsabilmente per tutelare e sostenere concretamente l’intero comparto. Solo facendo sistema sarà possibile affrontare e superare la situazione attuale”.