Chiuro (Sondrio)- A Chiuro nasce il primo distretto biologico lombardo. Ai sensi della Legge nazionale sull’agricoltura biologica, Regione Lombardia ha riconosciuto ufficialmente il Distretto biologico della Valtellina, con sede nel piccolo comune di Chiuro, 2.300 abitanti a metà strada tra il capoluogo valtellinese e Tirano. Si tratta di un’associazione di promozione sociale (Aps) senza scopo di lucro, che si si propone di promuovere, diffondere e sostenere i metodi e i principi di produzione biologica come modello di sviluppo sostenibile nel territorio valtellinese, coinvolgendo numerose realtà agricole, economiche, istituzionali e sociali presenti nel territorio provinciale, una zona che comprende 76 Comuni.
Il distretto biologico, in poche parole, rappresenta un’innovativa forma di governance territoriale in cui le componenti, cittadini, istituzioni, agricoltori e altri attori della filiera agricola si uniscono in un’unità di intenti per una gestione sostenibile del territorio seguendo i principi dell’agricoltura bio. Il primo biodistretto italiano è quello nato nel 2004 nel Cilento, premiato nel 2022 come il migliore d’Europa, e da allora ne sono nati tanti altri in tutta Italia ma quello di Chiuro è il primo nato in Lombardia e rappresenta il primo modello alternativo in regione all’agricoltura convenzionale. "Quello di Chiuro, in provincia di Sondrio, è il primo distretto biologico ad avere ottenuto il riconoscimento secondo i criteri stabiliti dal Masaf (il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali) e approvati dalla Giunta di Regione Lombardia lo scorso dicembre – dichiara l’assessore all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste di Regione Lombardia Alessandro Beduschi –. Un modello innovativo che sta suscitando interesse in molti territori lombardi".
L’area vanta oltre 1.900 ettari di superficie agricola condotta con metodo biologico. Il Distretto è composto da 15 aziende agricole e 3 operatori della filiera bio, che offrono una vasta gamma di prodotti certificati: ortaggi, mele, patate, uva, frutti di bosco, zafferano, piante officinali, uova e miele, fino ai formaggi più tipici della Valtellina come le DOP Bitto e Valtellina Casera. Una valorizzazione, in chiave bio e sostenibile, di molti prodotti made in Valtellina, più o meno conosciuti anche al di fuori dei confini provinciali.
Il territorio valtellinese ben si presta ad ospitare il distretto bio, sia per la presenza di numerosi operatori da sempre attenti alle tematiche biologiche sia per la spiccata vocazione agricola dell’area. "La Regione – conclude l’assessore – ha deciso di investire in questo settore, come dimostrato dai 93,2 milioni di euro destinati al sostegno a partire dal 2014. Questo esempio sarà presto seguito da altri progetti sul territorio regionale".