
L’esperienza cooperativista di Melavì è iniziata nel 2013
Sondrio, 13 marzo 2025 – Fate in modo che non siano i lavoratori a “portare la croce” per il calvario di Melavì. È questa la richiesta espressa da Cgil, Cisl e Uil in un comunicato congiunto redatto ieri dopo aver appreso della gravissima crisi della cooperativa che riunisce oltre 500 aziende valtellinesi produttrici di mele, che, secondo taluni potrebbe addirittura fallire. Stasera ci sarà infatti un infuocato Cda e sul tavolo ci sono vari scenari: o fallimento, concordato, oppure la presentazione di un piano di rilancio che possa sanare la difficile situazione patrimoniale.
La preoccupazione
“Apprendiamo dalla stampa locale della gravissima situazione in cui versa la società che potrebbe addirittura giungere al fallimento – dicono i sindacalisti -. È con non poca sorpresa che leggiamo le dichiarazioni dell’azienda considerando che, nel corso dell’autunno 2024, durante un incontro sindacale a seguito dell’avvio della procedura di composizione negoziata, la società illustrava progetti di rilancio con idee di diversificazione delle colture e nuovi mercati. Nonostante un attento monitoraggio da parte nostra, con la richiesta di incontro per gli aggiornamenti inviata nel mese di dicembre, l’azienda non ha mai dato risposta".
“La nostra immagine in gioco"
Il gruppo Melavì occupa ancora una parte significativa del lavoro agricolo dipendente nella nostra provincia. "Oltre ai 14 occupati a tempo indeterminato, ruotano annualmente circa 140 operai a tempo determinato generando una massa salari complessiva annua di circa 1.800.000 euro. (Dati Ebas 2024 Ente bilaterale agricolo Sondrio). L’esperienza cooperativista di Melavì iniziata nel 2013, ha scontato nel corso degli anni la poca attitudine a fare sistema. A rimetterci oggi è l’immagine tutta di una valle, la cui produzione di mele dovrebbe competere con le produzioni trentine, attraverso un marchio di identificazione territoriale, quale segno distintivo di Agricoltura montana di qualità. Un calvario quello di questa società che dura da troppo tempo. Chiediamo da subito l’apertura urgente di un tavolo di confronto istituzionale. Nel rispetto del nostro ruolo, abbiamo inviato nuova richiesta di incontro urgente all’azienda”.