Bormio (Sondrio) – L’Italian sounding è il fenomeno che consiste nell’utilizzo, soprattutto sui prodotti agroalimentari, di denominazioni, riferimenti geografici, immagini che evocano i beni Made in Italy ma nulla hanno a che vedere con le eccellenze agroalimentari italiane. La Lombardia è la regione italiana più colpita da questo fenomeno con un impatto economico negativo pari a 10,2 miliardi di euro l’anno. Il dato è emerso ieri mattina a Bormio dove è in corso di svolgimento l’8° forum "La Roadmap del futuro per il food&beverage" di The Euopean House – Ambrosetti. Dalla ricerca emerge, inoltre, come l’imitazione all’estero di prodotti del territorio abbia precluso quasi 9 miliardi di euro di vendite oltre-confine.
"Le regioni più colpite dal fenomeno – spiega il ceo Valerio De Molli – sono quelle che concentrano la propria esportazione su prodotti ad alta intensità di Italian sounding, come i prodotti a base di carne o i prodotti lattiero-caseari, così come verso i Paesi più sensibili al fenomeno come Giappone, Brasile e Germania". "La tutela del Made in Italy – continua De Molli – è una priorità e l’arrivo di nuovi regolamenti DOP e IGP a partire dal 2024 rappresenta un passo significativo in questa direzione. Le associazioni di produttori avranno maggiori poteri per combattere pratiche ingannevoli, dare maggiore trasparenza ai consumatori e generare un valore aggiunto concreto per l’economia: nel 2023 il fenomeno dell’Italian sounding nel mondo ha superato quello dell’export agroalimentare: 63 miliardi di euro contro i 62 di esportazioni".
I prezzi dei prodotti "taroccati" sono di gran lunga inferiori a quelli degli originali e in proposito Benedetta Brioschi partner di Ambrosetti ha aggiunto: "L’Italian sounding è competitivo grazie a prezzi mediamente inferiori del 57% rispetto ai prodotti originali. Negli Stati Uniti, ad esempio, il prezzo del parmigiano può essere ridotto fino al 38%, quello del mascarpone fino al 50% e della pasta secca fino al 54%".
Le azioni che possono ridimensionare le conseguenze negative dell’Italian sounding sono state illustrate da Valerio De Molli: "L’Italian sounding si può contrastare attraverso iniziative economiche e industriali in sinergia con un cambiamento culturale soprattutto nella consapevolezza del consumatore estero. È prioritario realizzare investimenti produttivi, ma anche comunicare con efficacia il Made in Italy per educare il consumatore. La riduzione delle barriere doganali e l’internazionalizzazione della filiera italiana della distribuzione possono essere fattori determinanti, come una forte disincentivazione all’indicazione fallace in etichetta, ma anche la creazione di ambasciatori del Made in Italy e l’adozione di tecnologie per la tracciabilità".
Secondo lo studio di Ambrosetti la Lombardia è la prima regione in Italia per fatturato relativo alle eccellenze agroalimentari che è stato pari a 48 miliardi con un aumento del 34% rispetto al 2015. Primi anche per valore aggiunto pari a 10 miliardi con una crescita del 14% e per esportazione con 10,4 miliardi di euro. Cinque province lombarde sono fra le prime dieci in Italia per valore della produzione: Mantova, Brescia, Cremona, Sondrio e Lodi.