Senrio (Sondrio) – Un vero e proprio open day per mostrare sul campo, nel vero senso del termine, che cosa significhi essere frutticoltori nel Tiranese non per hobby, ma per professione. Un’occasione per i visitatori per imparare a a cogliere le mele, ma anche, per chi le coltiva, per fare assaggiare i frutti cosiddetti di "seconda scelta" perché non esteticamente perfetti, eppure dolci e succosi al pari di quelli che finiscono nelle cassette dei fruttivendoli o al supermercato. Lo hanno organizzato domenica scorsa a Sernio per oltre 100 ospiti Daniele Marchesi dell’omonima azienda agricola di Sernio ("unico Comune in provincia interamente frutticolo", sottolinea l’uomo, 41 anni, che siede anche in Consiglio comunale) e il collega della DG di Lovero.
"Il mio punto vendita esiste da 52 anni, lo fondarono mio padre e mio zio. Ho le mele, ma sulle 43mila piante di questi sette ettari crescono anche pesche e pere e coltivo pure le patate. Abbiamo un’infinità di clienti anche perché consegno a domicilio in Brianza, nella bergamasca, nel bresciano, arrivo con le mie cassette addirittura sin nel Piacentino – racconta Daniele – In annate non buone, e le ultime lo sono state, il produttore deve andare direttamente dal consumatore, se vuole lavorare. Ho creato numerosi punti di consegna in altrettanti Comuni fuori provincia e mi muovo così, cercando di risollevare la fama delle mele di Valtellina che ormai, e lo dico da socio Coldiretti, fuori provincia è inesistente o comunque non buona. Almeno così si coprono i prezzi di produzione".
Marchesi anche a nome del collega DG Frutta che ha partecipato all’open day aggiunge: "Noi due non ci riconosciamo in chi attualmente rappresenta presso gli enti locali la frutticoltura della provincia e ha il coraggio di liquidare dai 17 ai 18 centesimi al chilogrammo, quando i costi di produzione sono 30. Anche gli acquirenti valtellinesi, c’è da dire, superano di poco i costi di produzione ed è per questo – conclude Marchesi - che non c’è un cambio generazionale in frutticoltura. Se si mira a un’inversione di tendenza, è evidente che qualcosa deve cambiare e anche in fretta".Sara Baldini