Un magico labirinto immaginativo tra i mondi e protagonisti ideati a getto continuo da quel geniaccio (compreso) di Tim Burton. Tra l’incantevole atmosfera di Edward Mani di Forbice o le avventure dello spiritello Beetlejuice, dall’universo buio e gotico di Nightmare Before Christmas al bizzarro Signor Wonka con la sua coloratissima Fabbrica di Cioccolato. La mostra di Tim Burton alla Fabbrica del Vapore teletrasporta il visitatore in quel caleidoscopio di volti, mondi immaginari, incubi, visioni oniriche e prospettive ironiche del grande regista americano. Una poetica riconoscibile eppure sempre cangiante, sullo sfondo i temi delle fragilità, della solitudine e dell’emarginazione. Attualissimi, purtroppo. O per fortuna, a giudicare dalla filmografia di Tim Burton. Che della sua adolescenza a Burbank, California, ha detto parole che valgono un libro biografico. "…Certo, non avevo molti amici; ma potevo farne a meno, perché in giro c’erano abbastanza film interessanti e ogni giorno era possibile vedere qualcosa di nuovo, qualcosa che in qualche modo mi parlava". I disegni a mano libera, le illustrazioni, quella prima borsa di studio da enfant prodige della Disney che fu una delle tante svolte di una carriera precoce e lontana fin da subito dalle scie lasciate dagli altri creativi. Quindi il primo corto, il colpo di fulmine per la tecnica dello Stop Motion e l’addio a Disney. Bassi budget, grandi numeri e la consacrazione con un Batman mai visto prima. Finché, stanco dei compromessi dovuti alle major cinematografiche a stelle e strisce, spicca il volo da solo. E tocca vette di poesia mai esplorate prima con Edward Mani di Forbice. Ancora successi, il ritorno a suon di milioni alla Disney con ben altri patti: prevede il suo controllo totale su ogni progetto.
E allora, ecco Nightmare before Christmas ("… A un certo punto ero perfino nauseato dagli scheletri che mettevo dappertutto. Adoro gli scheletri", confessò il regista). Diventa ancor più star planetaria con gemme come Mars Attacks! e Il mistero di Sleepy Hollow. Fa messe di riconoscimenti internazionali. Ma tiene la barra al centro della sua poetica. Senza mai cedere completamente allo show business pur procurando vagonate di milioni di incassi al cinema. Fino alle ultime prove su Netflix, a cui ha regalato “Mercoledì“, spin off della Famiglia Addams diventato fenomeno di costume. E lui stesso è stato molto più che un regista, capace di dettare tempi, modi e nuove mode alla società. Insomma, questo e tanto altro troveranno i fortunati spettatori della mostra immersiva a lui dedicata a Milano. Appuntamento in via Procaccini dal 6 dicembre 2024 al 2 marzo 2025.