Non solo Picasso. Perché ad aprire un 2024 da urlo sarà, il 24 febbraio, “Giuseppe De Nittis artista europeo“, la più completa monografica sul pittore che conquistò Parigi con ben 90 opere. Da febbraio sempre a Palazzo Reale la mostra dedicata a Brassaï, con scatti iconici dal 1930 al ’58. Grazie alla collaborazione con la Francia dal 19 marzo aprirà “Cézanne e Renoir. Dalle collezioni del musée d’Orsay e dell’Orangeriè“. E nascerà da una collaborazione con il musée d’Orsay e con il Getty Museum di Los Angeles la monografica di Paolo Troubetzkoy nel 2026 alla GAM-Galleria d’arte moderna. Un filo sottile ma resistente lega Milano al mondo. Ed è un filo d’arte. Come dimostra la chiusura di questo incredibile 2024 a Palazzo Reale con Edvard Munch e le opere provenienti dal Munch Museet di Oslo. A corollario dell’artista del freddo Nord diventato icona planetaria con L’Urlo, una splendica mostra dedicata alla fotografia di Ugo Mulas. Dall’arte alla moda, con la mostra “Dal cuore alle mani. Dolce e Gabbana“ a Palazzo Reale in aprile, mentre nel 2025 sarà la volta di Dalì e il suo legame con la moda.
Lungo il capitolo dei tributi a chi ha fatto grande Milano. Per i 70 anni della Rai a settembre a Palazzo Reale l’esposizione che ripercorre la storia di Mike Bongiorno, nel centenario della nascita. Mostra del centenario anche per Enrico Baj.
E i musei civici contribuiscono alla proposta espositiva temporanea. Al Museo del Risorgimento per i 100 anni dell’omicidio di Giacomo Matteotti, la Fondazione Anna Kuliscioff realizzerà in autunno una mostra storico-documentaria per indagare a fondo la figura del martire antifascista e la sua relazione con Milano. Con vista nel 2025 sulla mostra dedicata in Gam a Giuseppe Pellizza da Volpedo, che dialogherà con il Quarto Stato, capolavoro protagonista della collezione permanente.