Cinque mostre da non perdere tra questo scorcio di 2024 e l’inizio del 2025. Picasso lo straniero – Palazzo Reale (fino al 2 febbraio 2025). La mostra dedicata a uno degli artisti più celebri del XX secolo: Pablo Picasso. “Picasso lo straniero”, allestita a Palazzo Reale, svela un aspetto finora meno noto della vita dell’artista spagnolo: il suo sentirsi sempre un outsider, anche in Francia, Paese che lo adottò. Lui, protagonista della scena artistica parigina, mai ottenne la cittadinanza francese e visse sotto costante sorveglianza delle autorità, controllato come anarchico e costretto a registrarsi periodicamente con le impronte digitali. In mostra oltre 80 opere, lettere, fotografie e video dell’artista spagnolo.
Munch. Il grido interiore – Palazzo Reale (fino al 26 gennaio 2025). Altro grande protagonista dell’autunno milanese è Edvard Munch, con la mostra “Il grido interiore” sempre a Palazzo Reale. Noto al mondo per “L’urlo”, eterna opera simbolo dell’angoscia dell’uomo contemporaneo, Munch è uno dei padri dell’Espressionismo. L’esposizione, organizzata per gli 80 anni dalla morte dell’artista norvegese, presenta oltre cento capolavori provenienti dal museo Munch di Oslo. Attraverso colori e forme, l’artista esplorò le emozioni umane più oscure - l’ansia, la paura e la solitudine - riversando nelle figure senza volto e nei paesaggi disturbanti il malessere interiore che lo divorava. Un viaggio nella mente di un artista tormentato, tra i più complessi del XX secolo.
Ugo Mulas. L’operazione fotografica – Palazzo Reale (fino al 2 febbraio 2025). Il mondo di Ugo Mulas, uno dei più influenti fotografi italiani del Dopoguerra. Infatti la mostra “L’operazione fotografica” raccoglie più di 300 scatti che immortalano gli eventi più importanti dell’arte e della società del ’900. Testimone critico del suo tempo, si occupò di artisti come Giacometti, Pasolini e Montale, dedicando a quest’ultimo perfino una serie di indimenticabili fotografie degli “Ossi di seppia“. Dall’arte alla moda, alla narrazione del boom economico italiano, un universo tutto da scoprire.
Niki De Saint Phalle – Mudec Museo delle Culture (fino al 16 febbraio 2025). Niki De Saint Phalle, una delle artiste più poliedriche e originali del Novecento, famosa per le sue Nanas, figure femminili colorate e dalle forme generose, fu pioniera nell’esplorare temi come la femminilità e l’identità attraverso un’arte provocatoria e gioiosa. Al Mudec si va dai suoi lavori più “distruttivi”, nati per esorcizzare i traumi dell’infanzia, fino alle sculture colorate e pop che ne hanno segnato la maturità artistica.
Jean Tinguely – Pirelli HangarBicocca (fino al 2 febbraio 2025).
Non si può parlare di Niki De Saint Phalle senza menzionare Jean Tinguely, suo compagno di vita e d’arte. Al Pirelli HangarBicocca la più ampia retrospettiva dell’artista in Italia. Famoso per le “Macchine inutili“, Tinguely costruiva complesse sculture meccaniche, fatte di materiali di scarto. Una sfida sfacciata e intelligente alle convenzioni artistiche e sociali, che lo rese uno dei più grandi protagonisti del Nouveau Réalisme.
BAJ chez BAJ – Palazzo Reale (fino al 9 febbraio 2025). Nemo propheta in patria? Non vale per Enrico Baj, nato a Milano il 31 ottobre 1924 (morto a Vergiate, 16 giugno 2003), uno dei grandi maestri della neoavanguardia internazionale, celebrato a casa sua con un’ampia retrospettiva pensata per esplorare temi e soggetti che hanno caratterizzato la sua lunga e poliedrica carriera. Baj torna nella Sala delle Cariatidi esattamente a cento anni dalla nascita e 12 dopo l’esposizione de “I Funerali dell’anarchico Pinelli“, che sarà per la prima volta integrata in un percorso antologico e messa in dialogo con altre opere del maestro. La mostra, curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj, presenta quasi cinquanta opere che coprono un arco temporale dai primi anni ’50 ai primi anni Duemila, attraversando le varie fasi di ricerca dell’artista e la sua adesione a diversi movimenti. Tra le opere esposte, personaggi iconici di Baj come le Dame e i Generali, gli Ultracorpi, gli Specchi, i Mobili e le figure dell’Apocalisse, carosello di creature sospese tra surrealismo e fantascienza. Attraverso ironia e grottesco, Baj si è servito del suo immaginario per sfidare il conformismo borghese e opporsi al potere costituito.