Casa della Carità, tutto è nato con un lascito

Storia / Nata nel 2002 per volere del Cardinal Martini, accoglie le persone in difficoltà e promuove cultura

Con la tua volontà permetterai alla Casa della Carità di crescere

Con la tua volontà permetterai alla Casa della Carità di crescere

La Casa della Carità di Milano è una casa aperta sempre, a tutti, dove l’ospitalità è cultura. Voluta nel 2002 dal Cardinale Carlo Maria Martini, la Casa della Carità accoglie persone fragili e promuove cultura, partendo dalle storie di chi incontra ogni giorno. Due sono infatti le anime pulsanti della Casa: l’Accoglienza e l’Accademia della Carità. L’Accoglienza alla Casa si prende cura e accompagna all’autonomia persone che hanno alle spalle storie difficili e che alla Casa della Carità trovano un luogo accogliente e famigliare. Dalla relazione con le persone più fragili, infatti, nascono idee importanti per vivere bene insieme, tutti: per questo, l’Accademia della Carità organizza attività culturali rivolte ai cittadini, promuovendo così la cultura dell’accoglienza. La Casa della Carità è nata grazie a due lasciti: l’eredità morale del Cardinal Martini e il dono nel testamento di un imprenditore, Angelo Abriani, che scelse di lasciare tutto il suo patrimonio ai poveri della città di Milano. Oggi, sostenere la Casa della Carità attraverso un lascito significa non soltanto permetterle di ospitare più persone, ma anche continuare a fare spazio a un futuro segnato dall’ospitalità, dall’amicizia, dalla fraternità, dalla cura del creato. Il testamento è l’unico strumento che permette di esprimere le proprie volontà e di assicurare che vengano rispettate. Quello che spesso non si sa, infatti, è che, se non viene fatto testamento e in assenza di parenti entro il sesto grado, l'intero patrimonio va allo Stato. Fare testamento permette, invece, di scegliere a chi destinare quanto si possiede, per esempio facendo un lascito solidale alla Casa della Carità. Per chi invece ha eredi, una parte del patrimonio rimane nell’ambito famigliare, mentre la quota cosiddetta disponibile può essere destinata liberamente. Il testamento può essere olografo, ovvero scritto di proprio pugno, datato e firmato su un foglio di carta semplice, oppure pubblico, redatto cioè da un notaio con due testimoni e da lui conservato. C’è poi il testamento segreto, che è simile a quello olografo, ma viene sigillato e consegnato ad un notaio, sempre alla presenza di due testimoni. Tutti possono fare un lascito con una parte di quello che si ha, grande o piccola che sia. Si può lasciare denaro, ma anche titoli, azioni, fondi di investimento, beni mobili, opere d’arte, beni immobili, polizze vita, TFR o l’intero patrimonio. Con la tua volontà permetterai alla Casa della Carità, luogo di incontro e relazioni, non solo di sopravvivere, ma di crescere, dando ogni giorno una nuova speranza di vita a chi l’ha persa. Con un dono nel tuo testamento alla Casa della Carità, la tua umanità e i tuoi ideali sopravviveranno in questa casa accanto a chi soffre e dentro ad uno straordinario patrimonio di relazioni. Quelle che abbiamo costruito insieme e che grazie a te potremo preservare. Per maggiori maggiori informazioni su come destinare un lascito alla Casa della Carità, contatta Agata Coco, responsabile lasciti, al numero +39 02 25935318 o alla mail agata.coco@casadellacarita.org