MONICA GUZZI
Economia

La Brianza del futuro: "Questa provincia ha le carte in regola"

La direttrice del Centro studi territorio e ambiente di Assolombarda promuove l’area sulla base del Rapporto 2050 sui temi del cambiamento.

La Brianza del futuro: "Questa provincia ha le carte in regola"

La direttrice del Centro studi territorio e ambiente di Assolombarda promuove l’area sulla base del Rapporto 2050 sui temi del cambiamento.

"Abbiamo confrontato la provincia di Monza e Brianza con altre realtà simili. Ne è emersa la fotografia di un territorio fortemente produttivo, con una performance di export estremamente positiva rispetto alle sue dimensioni molto piccole. Tutto ciò in un territorio complesso, con un mercato del lavoro fiorente e una disoccupazione molto bassa".

Valeria Negri, direttrice del Centro Studi Territorio e Ambiente di Assolombarda, fissa un punto fermo. Dal secondo anno di lavoro sul Rapporto 2050, voluto da Assolombarda per affrontare il tema della sfida del cambiamento, emerge un dato netto: "La Brianza è in una fase di transizione, ma la metamorfosi è chiara e mostra un percorso su cui è possibile lavorare".

Punto di partenza del lavoro coordinato dal centro Studi in collaborazione con il consorzio AAster del sociologo Aldo Bonomi, il confronto con altre nove realtà comparabili: Bari, Genova, Modena, Varese, Venezia, Verona, Vicenza, Padova e Treviso. Si tratta di province collocate generalmente tra il decimo e il ventesimo posto nel confronto nazionale per dotazione di risorse, con Monza e Brianza in una posizione intermedia su questa decina (878mila abitanti, 281mila addetti e 78mila unità locali), nonostante sia una delle province più piccole d’Italia, precisamente la 105esima per estensione.

Dottoressa Negri, cosa emerge da questo confronto?

"Emergono una struttura economica evoluta rispetto al passato, con un cuore manifatturiero ancora forte e una spiccata vocazione in termini di servizi alle imprese di maggiore valore aggiunto. Mi riferisco ad attività professionali, finanziarie, immobiliari".

In questo quadro come è cambiato il rapporto con Milano?

"C’è un cuore di servizi che fa ipotizzare una contaminazione positiva e un allargamento di funzioni fra Milano e Monza. Al comtrario ci sono molte province che rispetto a Milano mantengono un ruolo secondario. Su Monza questo non si vede. Si vede invece una identità forte con servizi di punta. Sembrano due realtà contaminate in un territorio più forte ed equilibrato".

Il futuro della Brianza sembra quindi andare verso un mix di attività produttiva e di servizi di qualità per l’impresa. Ma il vostro rapporto evidenzia anche delle criticità. Quali sono?

"Il tema centrale resta quello delle infrastrutture. Monza è inserita in un territorio più ampio, bisogna migliorare i collegamenti con Milano e realizzare connessioni Est-Ovest".

Quasi sono le priorità?

"Il prolungamento della linea 1 della metropolitana da Milano a Monza Bettola, con cantieri previsti entro il 2027; la linea 5 della metropolitana a Monza (cantieri nel 2028 e conclusione nel 2032) e infine autostrada Pedemontana da Lentate sul Seveso a Vimercate, in via di partenza. La criticità è soprattutto sul collegamento su ferro Cologno Nord-Vimercate, dove manca ancora tutto".

Quale modello di città per il futuro?

"Le città che reggono meglio sono quelle policentriche, che mettono in campo più anime. Città-snodo con una piattaforma ampia".

Lo studio parla di un mercato dell’occupazione vivace, ma sottolinea anche un’alta percentuale, il 16%, di Neet, giovani che non studiano e non lavorano.

"Per il futuro si possono recuperare le inefficienze. C’è un bacino ampio di inattivi, ma si possono recuperare altre forme di lavoro in una struttura economica evoluta rispetto al passato".