Monza piace ai commercianti, che si ritengono soddisfatti. Sì, perché la città di Teodolinda è al primo posto, confermato anche nella classifica del Sole24 Ore, non solo come ricchezza, ma anche come consumi. Una conferma che arriva anche in questi giorni, con gli ultimi scampoli di saldi che stanno ancora andando bene.
"Non abbiamo ancora fatto stime – considera Alessandro Fede Pellone, segretario di ConfCommercio Monza – ma dalla prima occhiata al centro di Monza si vede tanto passeggio e tante persone con shopper di acquisti nei nostri negozi. Quindi, sì, confermiamo anche in questo settore l’ottima posizione della nostra provincia nella classifica dedicata alla qualità della vita".
Anche i recenti provvedimenti che istitutiscono i parcheggi a pagamento con strisce blu non hanno impensierito i fruitori del salotto di Monza, complice la finestra di parcheggio gratuito per 59 minuti (con l’App Monza Mobilità) per i residenti che magari, come suggerisce Fede Pellone, potrebbero essere estesi a tutti: è il tempo sufficiente per completare buona parte degli acquisti. Però la provincia è al 107esimo posto come presenza di ristoranti, al 102esimo per i bar. Non brilla neanche come librerie, visto che siamo al 94esimo posto. Qui incidono i prezzi degli affitti.
"Come commercianti siamo contenti che i pochi ristoranti siano sempre pieni. Certo è necessario aprirne altri nei quartieri più periferici. Quanto alle librerie, dobbiamo trovare il modo di incentivarle. Non aiutano gli affitti altissimi della città che rendono poco appetibile aprire un bar o un ristorante. I canoni di locazione si potrebbero calmierare immaginando un accordo con le associazioni di piccoli proprietari immobiliari; oppure con un accordo tra ConfCommercio e l’amministrazione comunale". La buttà lì, il segretario di ConfCommercio, suggerendo, per esempio che i prossimi bandi del Distretto del commercio, possano prevedere una riduzione del canone contributivo, per i locali che aprono nella periferia di Monza. "Se il quartiere Cederna si sta rinnovando, quello dove mancano i negozi e potrebbe essere più appetibile è Sant’Albino, decentrato e dove manca tutto. A parte la recente riapertura della nota catena di supermercati, il quartiere Sant’Albino è proprio la periferia delle periferie di Monza, dove mancano tutti i servizi essenziali. Per un po’ di anni era sparito anche il supermercato, in un quartiere di 2.600 abitanti, di cui il 25% ultra sessantacinquenni senza auto che per fare la spesa devono chiedere aiuto a figli e nipoti per farsi accompagnare nei supermercati vicini. Non c’è una banca e quindi uno sportello bancomat, manca una posta, non ci sono negozi, bar e men che meno ristoranti. Per questo ha avuto molto successo, “Natalbino“, la kermesse di eventi in piazza Pertini nel quartiere Sant’Albino, pensata per i bimbi del rione organizzato dalla Consulta di quartiere con il Comune di Monza, e il sostegno della Confcommercio e dell’Associazione Territoriale di Monza e Circondario".
Finalmente una tre giorni curiosa e divertente che però può essere solo un primo passo per riqualificare un quartiere dimenticato che ha bisogno di interventi strutturali.