A che punto siamo? Questa la domanda a cui hanno cercato di rispondere docenti e ricercatori del Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università degli studi di Bergamo. Sotto la lente, “L’impatto dell’Artificial Intelligence nelle transizioni tecnologiche, ecologiche e sociali per le aziende, la finanza e le organizzazioni“. E al microscopio dei ricercatori è apparso un fervore creativo, che anticipa sviluppi e influenze positive su diverse aree della società e dell’industria. "Lo studio fotografa un mercato fortemente dinamico e accelerato – analizza Giuseppe Pedeliento, ricercatore e professore associato di Management & Marketing nel Dipartimento di Scienze Aziendali –. Nel triennio 2021-2023 sono oltre 6.000 le applicazioni basate su intelligenza artificiale censite. Di queste, ben 5.397 hanno debuttato nel 2023. I primi mesi del 2024 preludono un altro anno di forte crescita per il comparto AI a fronte di una media di circa venti nuove applicazioni lanciate tra gennaio e febbraio".
Il maggior numero di iniziative si conta nel business (27,9%) – nella quale vengono comprese applicazioni che spaziano dalla finanza al legal, dalla pianificazione alla progettazione architettonica – seguita dalla categoria text (24,1%), tutti i generatori di testi per le più svariate applicazioni dove troviamo anche ChatGPT di OpenAI, e dalla categoria “image“ che trasformano prompt testuali in immagini o rendono l’editing e la post-produzione di foto più semplice.
Dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale non si torna indietro. "Si prefigura – sottolinea Giovanna Zanotti, professoressa di Economia degli intermediari finanziari e Direttore del Dipartimento di Scienze Aziendali, premiato dal Ministero dell’Università e della Ricerca – l’opportunità di studiare da vicino una vera e propria rivoluzione non solo industriale, ma soprattutto, sociale e culturale che promette di stravolgere il nostro modo di vivere, di imparare, di lavorare, di socializzare e di intrattenerci. Difficile pensare a un’area che nel futuro non sarà direttamente o indirettamente interessata. Una transizione che si annuncia persino più dirompente di quanto non sia avvenuto con l’avvento di Internet nei primi anni 2000". L’Università degli studi di Bergamo ha dedicato allo studio sull’Intelligenza Artificiale un Tavolo di lavoro con" otto ricercatori e ricercatrici di tutti i dipartimenti dell’Ateneo con competenze in economia, informatica, pedagogia, ingegneria, fisica, cinema e sociologia.
Coordinatrice scientifica del Tavolo di lavoro d’Ateneo è Maria Francesca Murru, professoressa associata del Dipartimento di lettere, filosofia e comunicazione: "Il nostro impegno si concentra su due obiettivi principali: facilitare la collaborazione tra le iniziative dei diversi dipartimenti sull’AI; definire un’agenda di temi trasversali che consentano di individuare le caratteristiche fondamentali dell’intelligenza artificiale, affrontando questioni come l’opacità strutturale e l’interazione tra generatività delle macchine e creatività umana".