Un lascito scritto nel testamento "Per credere sempre nel futuro"

In crescita costante la sensibilità al tema e il numero di donazioni. Conta soprattutto la fiducia. La Lombardia ha il primato sulla media italiana sia per consapevolezza che per uso dello strumento

Non occorre essere famosi o milionari per dare il proprio sostegno alle buone cause. È sempre più frequente che le persone “comuni” con un piccolo gesto decidano di lasciare un segno anche quando non ci saranno più. Come farlo senza intaccare i diritti dei propri familiari all’eredità? Per diffondere la cultura del lascito solidale, ogni 13 settembre, Giornata internazionali dei Lasciti Solidali, in giro per l’Italia ci sono incontri con il coinvolgimento degli esperti del Consiglio Nazionale del Notariato e del Comitato Testamento Solidale.Secondo l’ultima indagine realizzata da GfK Italia sul tema per il Comitato Testamento Solidale, datata 2019, quasi 6 Italiani su 10 (il 58%) dichiarano di sapere cos’è̀ il testamento solidale, con una crescita di ben sei punti percentuali rispetto al 2016, ma solo il 5% dichiara di avere già fatto un testamento solidale o di essere deciso a farlo. Infatti rispetto agli altri Paesi europei - dove il lascito è più diffuso - c’è ancora un gap culturale da colmare. Oggi sono oltre un milione gli over 50 che hanno già fatto, o sono decisi a fare, un “lascito solidale”. Una platea che sembra destinata ad estendersi – coinvolgendo anche i giovani sempre più attenti alle tematiche del sociale – a oltre i 3 milioni registrando una crescita del 15% di questa forma di beneficenza.

La Lombardia detiene il primato sulla media nazionale: i suoi cittadini sanno in percentuale più elevata che cos’è un lascito solidale (66% contro il 58% della media nazionale), sono anche più frequentemente “donatori multipli”, cioè sostenitori di più di un’associazione non profit (62% rispetto alla media del 55%) e risultano più generosi rispetto alla media nazionale (94 euro contro i 70 donati in media nel corso dell’ultimo anno).

E anche nell’ultimo sondaggio post-Covid, condotto da Walden Lab su un campione di 1.006 persone di età compresa fra 25 e 75 anni (campione statisticamente rappresentativo di circa 40 milioni di italiani), la paura del futuro non frena i lasciti solidali. Pandemia, conflitti, caro vita e instabilità politica fa prevalere negli intervistati (il 69%) un senso di incertezza nei confronti del futuro. Ma, stando all’Indagine sugli orientamenti degli italiani verso le donazioni e il testamento solidale“, il trend positivo nei confronti del lascito solidale è confermato: il 79% degli over 50 sa di cosa si tratta, dato in crescita rispetto al 73% del 2021 e l 72% del 2020. Segno che le campagne di sensibilizzazione e informazioni hanno lasciato il segno. In parallelo, si assiste alla crescita lenta ma costante dell’orientamento a utilizzare concretamente questo strumento: nel 2022 infatti sale al 26% la percentuale di quanti hanno fatto il lascito o sono propensi a farlo, 4 punti in più rispetto al 2021, più 6 sul 2021. La propensione al testamento solidale è maggiore tra chi fa volontariato (36% contro il 14% di chi non lo fa), frequenta riti religiosi (29% rispetto al 18% di chi non frequenta), è un donatore (26% contro il 16% di chi non dona). Resta stabile, invece, la propensione a fare testamento. il 17% degli over 50 l’ha fatto o pensa di farlo contro un 35% di nettamente contrari all’idea.

Altro segno distintivo, il titolo di studio alto: 24% dei propensi a fare testamento rispetto al 17% di chi ha un titolo di studio basso. "Un lascito rappresenta concretamente un gesto che proietta i miei valori nel futuro ed è una scelta caratteristica di chi ha un profilo positivo e ottimista", ha spiegato in occasione dell’ultima Giornata mondiale dei lasciti il ricercatore Paolo Anselmi, fondatore di Walden Lab. Non a caso, secondo la ricerca, il donatore tipo pensa più al futuro (+3%), in particolare al futuro dell’Italia (+10), del pianeta (+5), dei propri cari (+4), nutre più preoccupazioni per l’inquinamento (+7), guerre (+5), sovrappopolazione (+4) e migrzioni (+4), ma è anche decisamente più ottimista riguardo al futuro, soprattutto nella previsione di maggiore solidarietà (+8), opportunità per i giovani (+7), eguaglianza (+6), democrazia (+6) e benessere economico (+5). Desidera una vita semplice (+4), attenta alla dimensione spirituale (+4) e ricca di relazioni (+3). Tra le cause sostenute, salgono la ricerca medico-scientifica (45% contro 37 del 2021) ed emergenze umanitarie (28 vs 15). Tra i criteri di scelta, il 61% dichiara di aver donato a un’organizzazione di cui si fida.