Il boom dell’arte del patchwork. Una pausa di creatività nelle nostre vite frenetiche

Trasformare scarti in oggetti utili e belli: una tradizione che torna di moda "In Fiera portiamo la Stella di Betlemme, che ha ancor più significato oggi".

Il boom dell’arte del patchwork. Una pausa di creatività nelle nostre vite frenetiche

La presidente dell’Associazione nazionale italiana di patchwork, Quilt Italia, Patrizia Girlanda

"Quando la vita ti dà stracci, tu tirane fuori qualcosa di bello". Non è solo un motto, ma un insegnamento di vita dell’arte del patchwork, quella di unire diverse parti di tessuto per ottenere qualcosa di nuovo, un oggetto utile. E bello da ammirare. Anche quest’anno l’Associazione nazionale italiana di patchwork, Quilt Italia, parteciperà alla Fiera Creattiva. Per la presidente dell’associazione, Patrizia Girlanda, è un "momento unico, al quale abbiamo sempre partecipato e che richiama persone da tutta Italia".

Presidente Girlanda, il mondo delle arti manuali si ritrova a Bergamo. Che legame avete con la città?

"Come Quilt Italia, nel periodo più difficile della pandemia, abbiamo donato un immenso Tricolore, realizzato per celebrare l’Unità d’Italia. Era composto da tantissimi piccoli blocchi di tessuto che, insieme, hanno dato vita alla nostra bandiera. Così abbiamo voluto esprimere il nostro sostegno e il nostro legame, dando un simbolico abbraccio a tutta la città e all’Italia intera in un momento in cui il Covid-19 faceva paura. Bergamo, con questa fiera, offre un’opportunità immensa: le arti manuali trovano qui la possibilità di esprimersi e di realizzarsi".

C’è un ritorno della moda dei lavori a mano e dei ricami? "Assolutamente sì. Non siamo ancora ai livelli di Francia e Germania, ma si sta diffondendo sempre più anche tra gli uomini. Non solo al Nord, ma anche al Sud, dove da sempre è maggiormente presente il ricamo, sta prendendo piede il patchwork".

Perché?

"C’è il desiderio di recuperare il tempo che non abbiamo. La vita frenetica ci costringe a essere sempre di corsa. Però, quando la sera o la domenica abbiamo un attimo, vogliamo dedicarci a qualcosa per noi. È il lavoro creativo: un momento che si riserva a sé stessi, in cui si crea qualcosa di bello, lontano dalle problematiche del lavoro".

Cosa porterete alla fiera?

"La Stella di Betlemme, di varie dimensioni. Un simbolo che ricorda un po’ il Natale e che in questi giorni acquisisce un significato ancor più importante. La stella, realizzata con la tecnica del patchwork tradizionale, piace molto perché segue delle impostazioni e regole precise. È adatta a persone meno inclini alla fantasia, che non hanno ancora il coraggio di avventurarsi nel moderno senza regole".

Spazio anche ad altre attività? "Certo, organizzeremo piccoli corsi e dimostrazioni. Chi viene in fiera può partecipare e mettersi in gioco. Stimoliamo la curiosità e la fantasia, fornendo tutto il materiale necessario. È bellissimo vedere come partecipino persone di svariate età, anche i più giovani, dimostrando che non è vero che sono interessati solo al cellulare. Sono entusiasti. Ci aspettiamo tantissimi visitatori". F.D.