Il ritmo “slow“ cresce forte. Numeri e idee del fenomeno

Il 74% degli italiani disposto a esplorare destinazioni meno convenzionali. In un mercato mondiale che avrà un valore di 10 trilioni di dollari nel 2034.

Il 74% degli italiani disposto a esplorare destinazioni meno convenzionali. In un mercato mondiale che avrà un valore di 10 trilioni di dollari nel 2034.

Il 74% degli italiani disposto a esplorare destinazioni meno convenzionali. In un mercato mondiale che avrà un valore di 10 trilioni di dollari nel 2034.

Fuori dalle rotte turistiche più battute, ma nel cuore dell’autenticità. Perché sempre più visitatori si allontanano dal turismo di massa per scegliere esperienze vere. Con vantaggi per il visitatore e per il territorio. E i numeri di questo settore - che non più una nicchia - sono in crescita da anni, come testimoniato dall’Holiday Barometer di Ipsos: il 78% dei nostri connazionali mostra interesse per il “viaggio sostenibile“, il 74% è disposto a esplorare destinazioni meno convenzionali per evitare il sovraffollamento. Un trend rispecchiato dalla crescente consapevolezza verso l’ambiente e il rispetto per le culture e le risorse locali.

D’altronde, gli italiani sono spinti al viaggio dal desiderio di relax (65%), dalla possibilità di trascorrere del tempo in famiglia e con gli amici (58%), dall’opportunità di scoprire nuove culture (53%) e dalla voglia di imparare cose nuove, con un significativo 38% della popolazione che attribuisce importanza a tale attività, superiore alla media europea. Un fenomeno non solo italiano, ma mondiale. Basti pensare che il turismo sostenibile - secondo le stime del Team Innovation di PwC Italia – avrà un valore di oltre 10 trilioni di dollari nel 2034, rispetto ai 2,7 trilioni di dollari registrati nel 2023. Silent Tourism, Slow Tourism, Community-based Tourism e Regenerative Tourism sono le tendenze principali a livello internazionale. Viaggi più rilassanti, ecocompatibili, rispettosi delle comunità locali, con la creazione di valore attraverso la conservazione ambientale e il recupero delle risorse naturali.

Tra le tante facce di questo meraviglioso prisma, c’è il boom dei Cammini d’Italia, archetipo del “turismo lento“ e altamente culturale. Ebbene, per testimoniarne la crescita, nel 2024 (dati di Appennino Slow, Walk+, Cammini d’Italia e Associazione Europea delle Vie Francigene) si sono registrati un milione e 435 mila pernottamenti lungo i Cammini, più 6% sul 2023. E i “camminatori italiani“ certificati attraverso le “credenziali“, una specie di passaporto del pellegrino, sono stati 122mila, ma tenendo conto del fatto che il 26% non lo ritira e che 23 Cammini (su 122 verificati) non lo rilasciano, il numero è quasi di 191.500 (148mila solo l’anno prima). Un aumento del 29% su base annua e del 24,4% sul 2023. E la reputazione del “turismo slow“ è in impennata: grazie al tool di intelligenza artificiale KPI6, la società PwC Italia hanno analizzate 12.767 conversazioni in ambito sostenibilità sul web. Risultato? Registrato un sentiment positivo del 55 per cento.