In occasione della quarta Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, istituita da Papa Francesco la quarta domenica del mese di luglio e che avrà come tema “Nella vecchiaia non abbandonarmi”, la Penitenzieria Apostolica concederà l’indulgenza plenaria alle consuete condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice) ai nonni, agli anziani e a tutti i fedeli che, motivati da vero spirito di penitenza e di carità, il 28 luglio prenderanno parte alle diverse funzioni che si svolgeranno in tutto il mondo.
Lo stabilisce un decreto firmato dal penitenziere maggiore, il cardinal Angelo De Donatis. Si tratta di una decisione davvero molto significativa. Il decreto dispone inoltre che “potranno ugualmente conseguire l’indulgenza plenaria, premesso il distaccamento da qualsiasi peccato e l’intenzione di adempiere appena possibile le tre consuete condizioni, gli anziani malati nonché coloro che li assistono e tutti coloro che, impossibilitati ad uscire dalla propria casa per grave motivo, si uniranno spiritualmente alle funzioni della Giornata Mondiale, offrendo a Dio le loro preghiere, i dolori e le sofferenze della propria vita, soprattutto mentre le varie celebrazioni verranno trasmesse attraverso i mezzi di comunicazione”.
La Penitenzieria chiede infine “fermamente ai sacerdoti, muniti delle opportune facoltà per ascoltare le confessioni, di rendersi disponibili, con spirito pronto e generoso, alla celebrazione del sacramento della penitenza”. L’indulgenza plenaria ai nonni e agli anziani ribadisce dunque l’importanza di queste figure per il tessuto sociale e culturale del nostro Paese. In Italia i nonni sono sempre stati quella figura su cui contare ad occhi chiusi: basti pensare al microcosmo della vita di quartiere, nella quale gli anziani erano (e sono) un forte sostegno alle famiglie e si aiutavano l’un l’altro, dove ci si conosceva tutti e dove spesso i bambini diventavano nipoti acquisiti di tutti. Una società di condivisione e di comunione, rispetto a quella odierna, fondata più su principi individualisti, in cui la famiglia si trova troppo sovente isolata. Non a caso, dall’inizio del suo pontificato, sentiamo il Papa ricordare, non solo ai cattolici ma al mondo intero, che gli anziani sono una risorsa per la società e che non vanno scartati neanche quando le forze vanno declinando o la vita si fa più dura per la malattia o per la vecchiaia. Sono, infatti, sempre una risorsa per la società, perché aiutano i più giovani e anche gli adulti a tirare fuori da sé sentimenti di umanità, bontà e attenzione che migliorano la vita di tutti.