GIULIO MOLA
Monza Open

Dalle Next Gen con furore, Basavareddy ci riprova a Monza

Dopo aver vinto nel 2022 a Milano il prestigioso Trofeo “Bonfiglio“, i il giovane statunitense di origini indiane vuole il Challenger

Nishesh Basavareddy, qui impegnato contro Novak Djokovic due mesi fa agli Australian Open di Melbourne

Nishesh Basavareddy, qui impegnato contro Novak Djokovic due mesi fa agli Australian Open di Melbourne

Poco meno di tre mesi fa ha strappato un set addirittura a sua maestà Novak Djokovic agli Australian Open, incassando pure i complimenti del campione serbo che lo ha definito “un giocatore molto talentuoso”.

E ora lo statunitense di origine indiana Nishesh Basavareddy, classe 2005, cerca un successo di prestigio all’ATP Challenger Atkinsons Monza Open 25. L’ultima settimana non è stata fortunata: il giovanotto che prese per la prima volta in mano la racchetta all’età di 3 anni arriva in Brianza dopo l’eliminazione nei sedicesimi agli “Open“ di Bucarest. Milano e la Lombardia, però, gli portano bene. Nella primavera del 2022, quando a livello juniores già mostrava il suo talento (raggiunse la posizione numero 3 della classifica under 18), vinse il Trofeo Bonfiglio (gli Internazionali d’Italia a livello giovanile) battendo il più quotato paraguaiano Daniel Vallejo, testa di serie numero uno del torneo, e anche il titolo in doppio con Ozan Baris allo US Open.

Per gli addetti ai lavori Basavareddy è un predestinato, uno di quelli che può davvero lasciare il segno nel circuito professionistico del tennis. Mai ha nascosto questa ambizione nonostante i numerosi infortuni che lo hanno costretto a periodici stop, e il suo stile di gioco aggressivo, caratterizzato da colpi di fondo potenti e un footwork rapido, dimostrano una certa maturità al di là della carta d’identità. Bravo a comandare gli scambi, abile ad adattarsi agli avversari: insomma, un avversario temibile per tutti e infatti i risultati parlano per lui visto che è reduce da una stagione decisamente sorprendente che l’ha portato fino al n.107 del mondo e a una crescita davvero straordinaria grazie alla quale è approdato all’ATP Next Gen Finals di Jedda (ko in semifinale).

La sua storia ricorda quella di altri campioni della racchetta, figli di immigrati, come Andrè Agassi, Pete Sampras e Michael Chang, che hanno fatto le fortune sportive degli Stati Uniti. Il giovane Nishesh, indiano di origine (i genitori sono cresciuti nella regione di Hyderabad, prima di spostarsi in California) ma nato a Newport Beach, ha avuto sin da piccolo una grande passione per il tennis. A 8 anni con la famiglia si trasferì nell’Indiana centrale e, con il suo allenatore Bryan Smith, incontrò quello che sarebbe stato il suo mentore, ossia il doppista americano Rajeev Ram. La persona che lo aiuterà a crescere fino alla consacrazione degli ultimi anni.

Basavareddy ha studiato alla prestigiosa Stanford University, vincendo il premio di ‘Pac-12 Singles Player of the Year’ e ha concluso al 12° posto del ranking universitario, mostrando le sue grandi qualità e guadagnandosi una borsa di studio. A metà 2024 il salto definitivo fra i “prof“ e anche in questo Ram è stato fondamentale: “Rajeev è stato molto importante per me. I suoi consigli su come affrontare il circuito maggiore sono stati preziosissimi”, dice ora con gratitudine Basavareddy.