
Ieri sono iniziate le qualificazioni, oggi le finali per l’accesso al tabellone principale
Sul passaporto, la voce nazionalità dice francese. Ma nelle vene di Luca Van Assche scorre il sangue fiammingo di papà Arthur e quello bergamasco di mamma Patrizia. E in famiglia, anche con i fratelli Sofia, Elisa e Paolo, l’italiano si parla eccome. I loro nomi di battesimo, in fondo, sono la dimostrazione che il nostro Paese ce l’hanno (sempre) nel cuore. “Fin da piccolo tornavo in Italia un paio di volte all’anno, trascorrevo a Bergamo dai nonni le vacanze estive e quelle di Pasqua – racconta Luca –. Ma da quando il tennis è diventato il mio lavoro e ho iniziato a girare il mondo, quella abitudine un po’ l’ho persa. Anche se faccio di tutto per trovare un po’ di tempo per tornare. È sempre un piacere. E poi Bergamo è una bellissima città”. Da lì a Monza sono una quarantina di chilometri, “sicuramente parenti e amici verranno a fare il tifo”, al circolo Villa Reale Tennis.
Luca Van Assche, classe 2004, è nel tabellone dell’ATP Challenger Atkinsons Monza Open 25. “Saranno le mie prime partite dopo un mese di stop, finalmente adesso mi sento al 100% – assicura Luca –. Dall’inizio dell’anno ho giocato veramente poco per colpa di alcuni infortuni, sono davvero contento di poter tornare in forma sui campi”. La terra rossa è il suo habitat. Lo è sempre stato. Anche sui rettangoli del circolo dietro casa dove “i miei genitori mi hanno iscritto quando ci siamo trasferiti a Parigi, per farmi fare sport e fare nuovi amichetti”. Luca aveva solo 4 anni e da allora il tennis gli è entrato nel Dna. Oggi è arrivato al numero 174 nel ranking mondiale, il suo obiettivo è di continuare a pensare in grande, ma senza montarsi la testa, “ragionare step by step”. (Ri)partendo proprio dai campi di Monza: “Tutti gli avversari saranno duri, ma mi sono allenato bene, a Roma in questi ultimi giorni, con Vincenzo Santopadre e credo di avere la possibilità di prendermi un po’ di soddisfazioni”.
Talento, sacrificio, ma qui in Italia, anche un piccolo ’segreto’ per avere una marcia in più: “Vado matto per la pasta e la pizza che fate”, confessa. Oltre che per i piatti bergamaschi. Ma della ’sua’ terra d’origine adora anche il calcio: “Beh, sono francese e tifoso del Paris Saint Germain, ma il nonno mi ha trasmesso la passione per l’Atalanta. A dire il vero il tifoso più nerazzurro è mio fratello Paolo (per un suo compleanno gli abbiamo regalato i biglietti della semifinale di ritorno di Europa League con il Marsiglia), ma tutti in famiglia seguiamo la Dea”.