Casa Boschi Di Stefano. Lo stile di Portaluppi fa scuola nella dimora

L’appartamento al secondo piano di via Jan è stato donato al Comune. Per volere della famiglia è aperto al pubblico e visitabile gratuitamente.

L’appartamento al secondo piano di via Jan è stato donato al Comune. Per volere della famiglia è aperto al pubblico e visitabile gratuitamente.

L’appartamento al secondo piano di via Jan è stato donato al Comune. Per volere della famiglia è aperto al pubblico e visitabile gratuitamente.

Al secondo piano di un edificio in via Giorgio Jan si nasconde una casa museo.

Una di quelle dimore che abitavano le famiglie borghesi appassionate di arte e di bellezza.

La casa, fino alla fine degli anni Ottanta, era abitata dai coniugi Antonio Boschi (1896-1988) e Marieda Di Stefano (1901-1968) che alla loro morte per disposizione testamentaria l’hanno lasciata al Comune di Milano perché diventasse un luogo aperto e tutti e visitabile gratuitamente. Un atto di generosità verso la città. Nella casa al piano nobile sono esposte circa trecento opere, solo una selezione dell’ampia collezione dei coniugi, che ne conta più di duemila.

La collezione è di fatto una testimonianza della storia dell’arte italiana del XX secolo – comprendente pitture, sculture e disegni – dal primo decennio del Novecento alla fine degli anni Sessanta. La Casa Museo Boschi Di Stefano si trova al secondo piano di una palazzina realizzata tra il 1929 e il 1931 su progetto del celebre architetto milanese Piero Portaluppi e dall’impresa Radici-Di Stefano, cioè dall’ingegnere Gino Radici e dall’imprenditore Francesco Di Stefano, padre di Marieda, che aveva pensato la palazzina come casa per la sua numerosa famiglia.

Nei primi anni del ’900 corso Buenos Aires era un grande viale adornato da ampi spazi verdi. E la casa rappresentava e rappresenta perfettamente lo stile con cui Portaluppi realizzava le dimore per la media e alta borghesia negli anni Venti del Novecento. Ancora oggi per gli appassionati o gli studenti di architettura la Casa museo rappresenta un progetto da studiare, un perfetto esempio dello stile del grande architetto milanese.

Si è conservata perfettamente nei dettagli: l’impianto squadrato, i pavimenti con decorazioni geometriche, le linee delle ringhiere delle scale e dei cancelli dell’ascensore, tra liberty e razionalismo, i decori di porte e finestre.