Il conto alla rovescia è per l’inizio del 2026, quando dovrebbe diventare operativo il primo progetto in Italia per recuperare il calore prodotto da un data center e destinarlo al teleriscaldamento. Al centro dell’operazione, avviata in collaborazione con Dba Group, il maxi-impianto Avalon 3 di Retelit, che sorge al civico 95 di via Bisceglie, nell’area metropolitana a maggiore densità di data center e di fibra ottica. Grazie ad A2A, quindi, l’energia prodotta invece di disperdersi nell’ambiente andrà ad alimentare la rete cittadina nel Municipio 6. Il progetto permetterà di servire 1.250 famiglie in più all’anno, consentendo un risparmio energetico di
1.300 tonnellate equivalenti di petrolio e di evitare l’emissione di 3.300 tonnellate di CO 2 con
benefici ambientali pari al contributo di 24mila alberi.
"Grazie a questo accordo industriale, che consente di realizzare il primo progetto di questa tipologia in Italia, Milano si conferma tra le città più all’avanguardia nel processo di transizione ecologica", sottolinea Luca Rigoni, amministratore delegato di A2A Calore e Servizi. "Saremo i primi a recuperare calore proveniente dal sistema di raffreddamento dei server che altrimenti andrebbe disperso – prosegue – portandolo nelle abitazioni milanesi attraverso la nostra rete di teleriscaldamento".
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto, operativo nei primi mesi del 2026, grazie al quale il calore di scarto del data center Avalon 3 di Retelit – che con i suoi oltre 3.500 mq e 3,2 MW di potenza è il più grande punto di interconnessione internet d’Italia – sarà immesso nell’infrastruttura di teleriscaldamento gestita da A2A Calore e Servizi aumentando l’energia green a disposizione delle famiglie dell’area Ovest della città. La struttura renderà disponibile alla rete 2,5 MWt di potenza termica annuale e un incremento di 15 GWh dell’energia recuperabile. Le strutture che ospitano server gestiscono un’elevata mole di dati necessari ai sistemi informatici e sono per natura altamente energivore. Questo fabbisogno è destinato ad aumentare per sostenere gli sviluppi tecnologici legati all’intelligenza artificiale generativa: una ricerca online che fa ricorso all’AI
necessita infatti di circa dieci volte più elettricità rispetto a una query tradizionale. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) entro il 2026 la domanda di energia per i data center potrebbe più che duplicarsi. Parallelamente i processi di raffreddamento delle loro componenti rilasciano grandi quantità di calore decarbonizzato che, se non valorizzato, andrebbe disperso. Da qui l’esigenza di un riutilizzo dell’energia, con l’obiettivo di una riduzione dell’impatto sull’ambiente e di un risparmio delle risorse.
"Uno dei pilastri della nostra strategia è la sostenibilità che si declina in particolare con l’efficientamento energetico dei data center, sotto ogni punto di vista – aggiunge Roberta Neri, Presidente di Retelit – siamo quindi orgogliosi di investire in questo progetto pionieristico. Con la forte e continua crescita dei data center anche nel nostro Paese, riteniamo fondamentale garantirne uno sviluppo sostenibile, promuovendo un impegno concreto per ridurne l’impatto ambientale: noi lavoriamo per espandere e potenziare queste infrastrutture vitali per la crescita economica e la digitalizzazione dell’Italia – conclude – con un occhio attento alla gestione delle ricadute ambientali, dato l’elevato consumo energetico".
Andrea Gianni