ELENA CAPILUPI
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Elephantroom.ai: democratizzare l'interior design con l'AI

Lora Fahmy e Alessandro Duico lanciano Elephantroom.ai per rendere il design accessibile a tutti con l'intelligenza artificiale.

Lora Fahmy e Alessandro Duico lanciano Elephantroom.ai per rendere il design accessibile a tutti con l'intelligenza artificiale.

Lora Fahmy e Alessandro Duico lanciano Elephantroom.ai per rendere il design accessibile a tutti con l'intelligenza artificiale.

Due giovani talenti con percorsi diversi ma complementari. Lora Fahmy, 30 anni, è un’architetta e computational designer con un background internazionale: ha studiato tra Pavia e la Cina e lavorato tra Shanghai e Barcellona. Alessandro Duico, 27 anni, è un esperto di intelligenza artificiale con una laurea conseguita alla Delft University of Technology, in Olanda.

Entrambi vivono a Sondrio e sono i fondatori di Elephantroom.ai, una startup finanziata da Liquid Factory, lo startup studio fondato da Fabrizio Capobianco. Il loro obiettivo? “Democratizzare“ l’interior design.

Elephantroom.ai utilizza l’Intelligenza Artificiale per scansionare gli ambienti attraverso la fotocamera dello smartphone, rilevare le misure, recepire le istruzioni dell’utente e suggerire arredi e disposizioni ottimali.

Lora Fahmy e Alessandro Duico, intervistati da Il Giorno, spiegano: "Vogliamo rendere il design più inclusivo, accessibile anche a chi non può permettersi un interior designer, ma tiene molto all’ambiente in cui vive".

Quali esigenze di mercato avete cercato di soddisfare?

"Elephantroom.ai nasce per offrire gratuitamente un supporto completo nell’arredamento. La nostra AI facilita l’incontro tra chi desidera arredare casa e i rivenditori che vogliono proporre i loro prodotti, creando un ponte tra questi due mondi attraverso un’esperienza di design interattiva. L’utente può progettare autonomamente il proprio spazio, fornendo input scritti o vocali all’AI, proprio come farebbe con un interior designer. Si possono dare direttive precise, chiedere modifiche, stabilire un budget, indicare preferenze di sostenibilità e molto altro. Alla fine, l’Intelligenza Artificiale propone una soluzione su misura. Tutti i prodotti suggeriti sono reali e acquistabili, motivo per cui abbiamo stretto partnership con fornitori di arredamento. Il nostro marketplace raccoglierà una selezione dei migliori articoli disponibili. Una volta scelti, l’utente potrà inserirli nel carrello e decidere se acquistarli in toto o solo in parte. Il nostro modello di business si basa sull’incasso di una percentuale sul venduto".

Su quanti distributori vi appoggerete?

"Il nostro obiettivo è valorizzare il design italiano, che non si limita al settore luxury ma include eccellenze di varia fascia. Tuttavia, non vogliamo limitarci solo all’Italia: puntiamo a costruire un marketplace il più ampio e completo possibile".

Qual è stata la sfida più grande nella creazione di Elephantroom.ai?

"Abbiamo dovuto bilanciare un’interazione rapida con una resa grafica 3D di alta qualità, un equilibrio non semplice da raggiungere. Un’altra difficoltà è stata la creazione di un dialogo efficace tra il mondo dell’architettura e quello dell’informatica, semplificando il processo mentale con cui si progetta uno spazio".

Quando verrà lanciata Elephantroom.ai?

"Il debutto ufficiale avverrà durante il Salone del Mobile di Milano".

Guardate anche ai mercati esteri?

"Sì, in particolare al mercato americano, che è più unificato e predisposto all’adozione di nuove tecnologie. Negli Stati Uniti esistono già canali consolidati per chi utilizza app nel processo decisionale d’arredo, una tendenza ancora poco diffusa in Italia. Nonostante ciò, vogliamo mantenere forte il brand Made in Italy".

Prossimi obiettivi?

"Uno in particolare: rivoluzionare il modo in cui le persone arredano casa, rendendolo più semplice, piacevole e veloce".

Come rispondete a chi teme che questa tecnologia possa sostituire gli interior designer?

"Chi non conosce a fondo il settore potrebbe pensarlo, ma è una paura infondata. Il nostro target è composto da persone che, per ragioni di budget, non avrebbero comunque ingaggiato un interior designer. Inoltre, il processo creativo umano rimane insostituibile: l’Intelligenza Artificiale può aiutare, ma non replicare completamente la sensibilità e l’originalità di un professionista". Almeno, per ora.