Imposizioni favorevoli in Italia sulle successioni: ecco il confronto con gli altri Paesi

Lo studio / Di recente il gettito Isd è stato molto minore rispetto a Francia e Germania

L'Italia ha un'imposizione molto favorevole sul tema successioni

L'Italia ha un'imposizione molto favorevole sul tema successioni

L’Italia, spesso considerato un Paese ad alta pressione fiscale, si distingue invece per un’imposizione estremamente favorevole sulle successioni. I dati parlano chiaro: come rivelava uno studio dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’università Cattolica, nel 2022 il gettito dell’imposta sulle successioni e donazioni (Isd) è stato di appena 1,043 miliardi di euro, pari allo 0,05% del Pil e allo 0,18% delle entrate totali. Una cifra irrisoria se confrontata con quella di altri Paesi europei: basti pensare che, sempre secondo lo stesso studio, in Francia nel 2021 il prelievo derivante da questa imposta ha raggiunto i 18,6 miliardi di euro, lo 0,7% del Pil, ovvero un valore quattordici volte superiore a quello italiano in proporzione alla ricchezza nazionale. Anche la Germania applica un’imposta più incisiva, con un gettito di 9,8 miliardi, pari allo 0,3% del Pil. La media europea e quella dei Paesi Ocse sono nettamente superiori rispetto al dato italiano, tanto che il nostro sistema fiscale viene talvolta definito un vero e proprio paradiso in questo ambito. Secondo uno studio dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani, se l’Italia si allineasse al modello francese, il gettito aumenterebbe di 13 miliardi di euro, mentre un adeguamento ai livelli di Germania, Spagna o Regno Unito porterebbe nelle casse dello Stato circa 5 miliardi in più. Attualmente, l’aliquota italiana varia dal 4 all’8% a seconda del grado di parentela, con franchigie che rimangono invariate da anni. Uno degli aspetti più criticati del sistema fiscale italiano è il trattamento agevolato per i grandi patrimoni, in netto contrasto con i sistemi progressivi adottati in altri Paesi europei: mentre all’estero l’imposta cresce proporzionalmente al valore ereditato, in Italia si applica un’aliquota piatta, che favorisce chi possiede ricchezze maggiori e limita il contributo redistributivo del prelievo fiscale. Nonostante il tema sia oggetto di dibattito da anni, nessun governo ha mai realmente affrontato una riforma sostanziale. Anche nelle ultime manovre economiche non è stato previsto alcun aumento delle aliquote o abbassamento delle franchigie. L’Italia continuerà a essere un paradiso fiscale per le successioni? Difficile dirlo con certezza, ma nel frattempo chi possiede grandi patrimoni sta già correndo ai ripari. Un’opportunità interessante è rappresentata dall’uso del trust, strumento che permette di gestire e trasferire beni in modo strategico. Un recente decreto ha chiarito che la tassazione può avvenire sia all’ingresso che all’uscita dei beni dal trust, consentendo ai proprietari di stabilizzare il carico fiscale ed evitare possibili rincari futuri. In alternativa, esistono strumenti più tradizionali come la donazione della nuda proprietà di immobili o quote societarie, sempre più utilizzati per pianificare il passaggio generazionale senza sorprese fiscali.