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Cresce il fenomeno della morosità condominiale
La morosità condominiale rialza la testa e rende più difficile la gestione dell’attività quotidiana. A denunciarlo è l’Anammi, associazione degli amministratori d’immobili, in un sondaggio interno tra oltre 13mila iscritti. Il fenomeno non è una novità, ma negli ultimi anni, in coincidenza con i momenti più difficili, come nel 2022 a causa dei rincari energetici, ha vissuto picchi significativi.
“La nostra preoccupazione – afferma Giuseppe Bica, presidente dell’Associazione – è che, in un periodo di incertezza, la morosità in condominio aggravi problemi che già pesano. A farne le spese saranno, ancora una volta, i professionisti del settore, chiamati a conciliare le richieste dei loro amministrati con le problematiche legate ai rincari energetici e all’inflazione”.
Per il 73% degli associati nei prossimi mesi il ritardo nei pagamenti degli oneri condominiali avrà forte impatto sul loro lavoro e sugli stessi condòmini. Ma di quanto aumenterà il fenomeno? Il 66,3% degli intervistati indica il 20% in più. “Non è un dato da poco – sottolinea Bica – soprattutto se si pensa che, nei condomìni, il problema del versamento rimandato a oltranza è molto comune”.
Per il 15,1% andrà peggio con una crescita del 70%, mentre per il 12% la percentuale raddoppierà. La ragione principale è da ricercarsi nelle difficoltà economiche dei condòmini (38,8%). Ma a poca distanza (36%) gli associati segnalano lo scarso rispetto delle regole, tendenza che riguarda la morosità come le liti di condominio. Per il 25% degli intervistati, è invece l’incapacità di gestione delle proprie finanze che porta a rinviare il pagamento degli oneri condominiali. La conseguenza più evidente è che per il professionista la gestione delle spese diventerà molto complessa (66,50%).