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Il Piano triennale (2025-2027) delinea gli interventi da attuare per migliorare qualità
Migliorare la qualità e la sicurezza degli edifici scolastici italiani è e deve restare una delle priorità dello Stato italiano. Proprio per questo, lo scorso 4 febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del 23 dicembre 2024 che definisce le linee guida per il Piano triennale nazionale di edilizia scolastica 2025-2027. Il provvedimento delinea gli interventi che potranno essere finanziati e le modalità di attuazione, oltre a individuare le diverse tipologie di intervento che potranno essere soggette a finanziamento pubblico. Tra queste, la costruzione di nuove scuole, palestre e mense, ma anche la demolizione e ricostruzione di edifici esistenti, nel momento in cui sia tecnicamente ed economicamente vantaggioso. Inoltre, potranno essere finanziati l'ampliamento di strutture scolastiche già esistenti e la loro riqualificazione, con particolare attenzione alla sicurezza e all'efficientamento energetico. Si legge documento che i finanziamenti abbracceranno anche “l'adeguamento antincendio, la messa a norma degli impianti tecnologici, l'eliminazione delle barriere architettoniche, interventi di rimozione degli elementi in amianto e ricostruzione delle parti rimosse e qualunque altro intervento reso necessario per garantire la sicurezza e l'agibilità dell'edificio”. Altro punto fondamentale riguarda la progettazione degli interventi di adeguamento sismico, fondamentale per garantire edifici più sicuri in un Paese come l'Italia, spesso colpito da terremoti. Gli interventi di riqualificazione potranno includere diverse migliorie strutturali e impiantistiche: oltre all'adeguamento e al miglioramento sismico, i fondi potranno essere destinati all'efficientamento energetico, alla messa a norma degli impianti tecnologici e antincendio, nonché all'eliminazione delle barriere architettoniche per rendere le scuole più accessibili. Tra le priorità, soprattutto i lavori di rimozione dell'amianto, ancora presente in alcune strutture scolastiche e alla successiva ricostruzione delle parti interessate. Per evitare sovrapposizioni di finanziamenti, il decreto stabilisce che non saranno ammessi interventi già coperti da altri fondi, in particolare quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), per le stesse voci di spesa. Il piano apre anche alla possibilità di realizzare gli interventi attraverso partenariati pubblico-privato, una formula che potrebbe accelerare i lavori e garantire una gestione più efficiente delle risorse.