
Villa Simonetta sorge in via Stilicone e oggi ospita una scuola di musica
Tra i palazzi di cemento del quartiere Cenisio, là dove non te l’aspetti, un cameo, è Villa Simonetta che prima dell’acronimo NoCe dava anche il nome al triangolo di vie, la principale è Stilicone, all’interno del quartiere, fino a qualche anno fa considerato semiperiferico. Per tutti quell’incrocio di vie anonime era "la Simonetta". Oggi la villa, che spunta come un fiore, ed è un po’ il simbolo di un passato glorioso, accoglie la civica scuola di musica "Abbado", poco distante dalla scuola del circo, ha mantenuto la stessa bellezza storica.
Edificata intorno alla fine del Quattrocento su commissione di Gualtiero Bascapè, cancelliere di Ludovico il Moro, ha subito una importante ristrutturazione nel 1547 ad opera dell’architetto Domenico Giunti o Giuntallodi, su incarico dall’allora governatore di Milano Ferrante Gonzaga. Per volere del committente, la villa venne trasformata in una sontuosa residenza di rappresentanza, in un contesto di carattere ancora agricolo. Villa Simonetta è un esempio nel panorama architettonico milanese e costituisce la prima villa patrizia rinascimentale monumentale nei dintorni della città.
Dell’impianto quattrocentesco si conserva solo un porticato a cinque arcate collocato nel lato est. La veste originaria prevedeva una struttura ad U con corpo centrale, non porticato, affiancato da ali porticate.
La villa si struttura secondo un impianto aperto verso il giardino. Dalla rappresentazione settecentesca che ne fa il Dal Re, risulta nel pieno del suo splendore, isolata nella campagna, circondata da un bel giardino all’italiana, ma anche arricchita da una serie di loggiati, come la passeggiata terrazzata che metteva in comunicazione le due ali laterali. Dal 1836 la villa subisce un brusco cambio di destinazione d’uso, diventa un ospedale, proprio per la felice posizione, ai margini della città. Ma, inevitabilmente, questa scelta ne segna l’inizio del decadimento, Dal 1959, il Comune, divenuto proprietario del complesso, si è impegnato con gli abitanti della zona, prima in una bonifica ambientale e poi in un’accurato restauro, dal 1960 al 1970 che ha portato ad una ricostruzione degli ambienti per adibirli a scuola musicale.