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Gli amministratori a uno dei tavoli di lavoro della Sustainability Winter School di Cap
Dalla teoria alla pratica. Dalle considerazioni e gli studi sui cambiamenti climatici e la necessità di una nuova coscienza ambientale, allo studio concreto di come realizzare interventi efficaci in chiave di sostenibilità sul proprio territorio. La terza giornata della Sustainability Winter School di Cap, appuntamento formativo per gli amministratori lombardi, è stata dedicata al lavoro di gruppo tra gli “studenti“ (assessori, consiglieri comunali e di municipio, responsabili dei programmi ambientali di aziende e università) per mettere a fuoco priorità, beneficiari, alleati e criticità di azioni di sostenibilità.
La giornata si è aperta con l’intervento di Maurizio Gazzarri, direttore tecnico della Rete dei Comuni Sostenibili, realtà nata nel 2021 che associa oltre 120 enti locali italiani e che ha come come scopo la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu per lo Sviluppo Sostenibile (adottata nel 2015), attraverso il monitoraggio delle attività e delle politiche messe in atto dagli associati. Perché – ha detto Gazzarri, citando lo storico americano Howard Zinn – "Non è necessario impegnarci in grandi azioni eroiche per partecipare al cambiamento. Piccoli atti, moltiplicati per milioni di persone, possono trasformare il mondo".
Per questo la Rete sostiene e dà rilievo alle azioni degli enti locali che si impegnano nel concreto per lo sviluppo sostenibile che - ha ricordato Gazzarri - è "quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri".
Dopo l’introduzione i partecipanti si sono divisi in gruppi di lavoro in base a esigenze e problematiche dei rispettivi territori: cambiamenti climatici, ricerca dei finanziamenti e strategie di comunicazione e coinvolgimento. Sono, per esempio, stati analizzati gli interventi di manutenzione del verde di un Comune, identificando i beneficiari (cittadini e utilizzatori dei parchi), i possibili alleati (enti finanziatori), gli strumenti a disposizione e le criticità (il passaggio per esempio da progetto a emergenza a causa del peggioramento delle condizioni climatiche). Sul fronte della comunicazione e del coinvolgimento dei cittadini, anche nella dimensione locale sono emersi alcuni fattori che condizionano la trasmissione delle informazioni su questioni climatiche e ambientali a livello globale, a iniziare da un’eccessiva generalizzazione del concetto di sostenibilità, o una sua banalizzazione.
Per combattere questi rischi, la ricetta proposta è una comunicazione più “pop” e inclusiva e il coinvolgimento di “local hero”. Nel prossimo appuntamento della scuola di Cap, il 26 febbraio, le tematiche emerse in questa sessione verranno “messe a terra”, progettando interventi concreti e azioni di comunità.
L.T.