È sempre difficile finire un’intervista con Brian Jagde, lo saluti, lo ringrazi ma, in fondo, vorresti continuare ad ascoltarlo. Il tenore americano è simpatico e solare. Ed è “pronto” per il suo primo 7 dicembre: dopo i trionfi in Europa e negli Stati Uniti torna in La forza del destino di Verdi nel ruolo di Alvaro.
Chi è oggi Alvaro?"Un uomo sofferente e tormentato da vicende infelici che l’hanno segnato fin dalla nascita. La sua famiglia è stata maledetta, nonostante sia di stirpe regale è meticcia, questo genera nei loro confronti diffidenza. Il Marchese di Calatrava lo odia e lo disprezza, Leonora, figlia del Marchese, è innamorata di Alvaro ma non riesce a fuggire con lui. Il razzismo colpisce con ferocia i diversi, il giovane sa che sarà sempre emarginato. La maledizione che ha colpito i suoi lo perseguiterà tutta la vita, come un tragico destino".
Come si è avvicinato al canto?"In casa, con mamma e mia sorella, abbiamo sempre cantato. Si ascoltava tanta musica pop. Ho scoperto la lirica per caso. Quando sono entrato al college ho chiesto di partecipare al coro della scuola, lì si sono accorti della mia voce e mi hanno suggerito di studiare seriamente canto. Sono nato a Long Island e sono cresciuto poco fuori New York City. La mia famiglia era modesta, in alcuni periodi abbiamo avuto difficoltà economiche, non si riusciva a mettere insieme il pranzo e la cena. Non ci potevamo permettere lussi extra, andare al cinema, a teatro ci sembrava un miraggio".
Quando si è innamorato dell’opera?"Appena ho iniziato a studiarla: più la studiavo, più me ne innamoravo. È un amore irreversibile. So di essere fortunato, faccio il lavoro che sognavo. Venendo da una famiglia povera ho iniziato a lavorare molto presto, ho fatto diversi mestieri per avere un minimo di autonomia. La vita mi ha regalato una grande occasione: poter essere ascoltato, avere una carriera".
Oggi è considerato uno dei maggiori tenori al mondo."Grazie. So che per arrivare qui, alla Scala, ho faticato duramente, con rigore e serietà. Nel lavoro metto in gioco tutto me stesso, studio con impegno ogni giorno, l’aver lavorato sodo mi ha reso forte e disciplinato".
Come mai ha cantato anche come baritono?"Non esattamente: la mia voce ha tonalità scure per questo ho interpretato anche ruoli da baritono. Anche Placido Domingo poteva cantare come baritono e come tenore. Ho interpretato ruoli da baritono cantandoli come un tenore, sembra un gioco di parole ma è la verità".
Nell’era dei video e di internet, quanto è importante per un cantante lirico la bellezza?"Per me sarà sempre secondaria, lavoro sulla mia voce, spero che gli artisti continuino a essere scelti solo per il loro talento, la voce, la tecnica. Non mi importa se i colleghi sono grassi o magri, entro in sintonia con loro cantando".
Come ci si sente per il 7 dicembre?"Sono sempre stato un ottimista, so di essere pronto per andare in scena alla Scala. Voglio avere una lunga carriera, per questo lavoro profondamente su ogni ruolo".
Sa che si dice l’opera che canterà non porta bene?"Non sono scaramantico, non voglio crederci. Non ho talismani. Prima di andare in scena mi concentro con la meditazione, ho bisogno di rimanere solo con la musica. Posso chiederle un favore? La prego, scriva esattamente il cognome: Jagde. Se sapesse in quanti lo sbagliano".