
Un pranzo di Pasqua completo offerto dal ristoratore Adrian Ionila agli ospiti bisognosi del Refettorio Ambrosiano di piazza Greco.
La fusione perfetta di alta cucina e solidarietà, tra arte e design. È il progetto sociale di Adrian Ionila, titolare del ristorante Beef Club nel centro di Milano, in collaborazione con Caritas Ambrosiana.
E il 17 aprile si concretizzerà il suo impegno nel sociale, fornendo un pasto completo alle persone bisognose che si rivolgono all’artistico contesto del Refettorio Ambrosiano di piazza Greco. Da sempre impegnato nel supporto ai più bisognosi attraverso iniziative improvvisate, Adrian ha reso così più strutturato il suo impegno avviando una collaborazione costante con l’organismo pastorale istituito dall’Arcivescovado milanese, al fine di promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale diocesana e delle comunità minori.
Il menù, ideato dal ristorante di via Boccaccio 15, che da quasi quattro anni è punto di riferimento di businessmen e clienti fidelizzati, e servito alle persone in difficoltà che gravitano nel Refettorio, prevederà lasagne al ragù di manzo cotto al forno, arrosto di manzo con patate rustiche al forno e la tradizionale colomba pasquale.
"È importante che una realtà significativa della ristorazione milanese garantisca un sostegno a questo progetto rivolto a persone in difficoltà. Spero che l’esperienza sia contagiosa", commenta Andrea Fanzago, responsabile area povertà alimentare di Caritas Ambrosiana.
E Adrian, il promotore dell’iniziativa, commenta: "Sono gioioso per questo progetto. Sono stato fortunato nella mia carriera e, con continuità, sarò più vicino a chi ha bisogno. Invito anche i miei colleghi di altri ristoranti a fare lo stesso", aggiunge. Insomma, l’intento è una vera e propria corsa alla solidarietà, dove il Beef Club e Caritas sono in prima linea. Speriamo che tanti altri ristoratori seguano questo meraviglioso esempio, pensando anche a chi è meno fortunato. E anche nella Milano di oggi, tra luci scintillati e grandi griffe di moda, i poveri da assistere non mancano.
Chiara Arcesi