Simbolo di saggezza e creatività, introspezione e rinnovamento. Insomma, di rigenerazione, sostantivo diventato familiare in una Milano che ha fatto della “muta urbanistica e culturale” una sorta di bandiera identitaria. Pura evidenza. Perché il Capodanno Cinese che a breve sbarcherà in città scomoderà quegli stessi valori, visto che l’animale-simbolo del 2025 è quello del “Serpente”, figura che nel Paese di Confucio rappresenta la capacità di lasciare il vecchio per il nuovo. Insomma, grande festa per gli oltre 33mila cinesi censiti nella metropoli lombarda. Ma anche per l’intra città, pronta a condividere la frenesia collettiva che il 28 e 29 gennaio inonderà la zona di Paolo Sarpi e le altre piccole Chinatown che si sono andate sviluppando in vari quartieri. E a condividere l’esultanza delle famiglie cinesi riunite in case o ristoranti per consumare leccornie dalla tradizionali dalla forte allegoria come i dim sum, gli gnocchi di riso e il pesce, notoriamente gettonato perché il suono della parola in lingua cinese che lo evoca ricorda quello che indica l’abbondanza.
La giornata più teatrale e d’impatto (lo scorso anno aveva attirato non meno di 30mila persone) sarà comunque quella del 2 febbraio a cominciare dalle 14, quando l’Arco della Pace diventerà punto nevralgico dei festeggiamenti, tra la danza del leone e le sfilate con costumi tradizionali, gli show acrobatici e le esibizioni di centinaia di artisti e maestri di arti marziali. Capodanno celebrato in grande stile anche nell’affollato mondo della ristorazione. Con i locali che più di altri hanno alzato l’asticella dell’alta cucina, pronti a sfoggiare appositi menù per onorare il “Serpente” (il “Serpente di legno” raffigurato con colori nero, rosso e giallo). In primissima fila, l’elegante “Gong” di corso Concordia che Giulia Liu ha trasformato in un must della Milano gourmet grazie al suo fine dining in versione asiatica che spesso diventa ibrido e prende a prestito elementi tipicamente occidentali. Per l’Anno del Serpente è annunciato un menù da 140 euro che dal 28 al 2 febbraio verrà sublimato nel piatto “Anguilla del Cambiamento e la sua pelle” (alla brace e laccata con il suo fondo e porri) accompagnato da un’anatra laccata al tè nero Lapsang Souchong e dal dolce di Buona Fortuna.
Non menò godurioso il menù (da 118 euro) proposto al Ba Restaurant di Marco Liu (fratello di Giulia) in via Raffaello Sanzio, dove gli ospiti potranno apprezzare gli involtini Primavera con gamberi, verdure e uovo, i Lamian freschi con ragù alla pechinese (maiale condito con pasta di soia gialla e cipollotto) e la pancia di maialino da latte croccante con salsa all’aglio nero e composta di mele.
E a prendersi la scena sarà il Bon Wei di via Castelvetro con un menù celebrativo (da 120 euro) firmato dallo chef Zhang Guoqing proposto in abbinamento alle bottiglie di Champagne decorate a mano dal creative designer Teo KayKay ed esaltato da pietanze idealmente evocative delle caratteristiche del “Serpente” a base di zuppa di cernia gialla con cavolo cinese e zenzero, mazzancolle in pasta katafi con salsa di prugna e noodles arricciati in agropiccante, piatti che rammentano rispettivamente la saggezza, l’intelligenza e la decisione. Giusto per sottolineare il significato intrinseco e autentico del Capodanno cinese: momento rituale fortemente materico ma anche occasione per esaltare virtù considerate essenziali. Come la sapienza, la sensatezza e l’oculatezza.