FRANCESCA BELLOLA
Trova Mi

Carla e Beppe, l’amore eterno. Galeotto fu “Mario e il mago“

Il regista teatrale compagno di vita della Fracci: "La conobbi nel ’54 alla Scala. Lei mi sorrise, quello sguardo intenso mi colpì e non l’ho più dimenticato".

"Il mio primo incontro con Carla Fracci è stato alla Scala grazie a Visconti. Ero il suo assistente per il balletto “Mario e il mago” da Thomas Mann, con un cast da capogiro, basti pensare che il protagonista era Jean Babilée". A parlare è Beppe Menegatti, marito per 56 anni del mito della danza internazionale, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2021, nonché autore di parecchi spettacoli creati appositamente per l’étoile. La star di bianco vestita, milanese, simbolo di eleganza e armonia, ha mosso i primi passi a soli 9 anni all’Accademia di danza del Teatro alla Scala per diventare il simbolo dell’eccellenza italiana nel mondo.

Menegatti, celebre regista teatrale, dopo aver seguito gli spettacoli del Maggio Musicale Fiorentino, ha collaborato con i più grandi autori del ‘900 quali: Eduardo De Filippo e Vittorio De Sica.

Maestro, un ricordo degli anni ‘80 per Carla Fracci?

"Un periodo straordinario nella vita di Carla, in cui come suo partner stava subentrando al grande danzatore James Urbain, un altro immenso partner e danzatore come Gheorghe Iancu".

Come vi siete conosciuti?

"Fu un incontro strano, iniziai a lavorare come assistente di Visconti, su segnalazione di Zeffirelli. Ho conosciuto Carla nel 1954, il primo giorno in cui insieme al Maestro varcai la soglia del Teatro alla Scala per il balletto: “Mario e il mago” da Thomas Mann".

In occasione della prima prova ha incontrato Carla..

"Ricordo il ‘codazzo’ che accompagnava Visconti per arrivare nella grande sala Trieste della Scala, la penultima della fila che mi precedeva era Lila De Nobili, una straordinaria disegnatrice e artista. A un tratto la signora De Nobili segnala al maestro per il ruolo principale “Silvestra” una ragazzina seduta per terra, che

lavorava a maglia un paio di scaldamuscoli rossi. Conservo ancora il disegno specifico che in seguito ci regalò in ricordo di quel primo incontro. Era Carla Fracci. Divenne così la sostituta della protagonista Luciana Novaro. Lei mi sorrise, quello sguardo intenso mi colpì e non l’ho più dimenticato".

Insieme sul palco e nella vita...

"Ci siamo sposati nel 1964 a Volongo, un piccolo paese nella campagna in provincia di Cremona, dove Carla aveva vissuto con i nonni. Come suo testimone c’era Antonio Ghiringhelli, sovrintendente della Scala e come mio testimone il caro amico Ferruccio Soleri, talentuoso interprete dell’Arlecchino di Goldoni scelto da Giorgio Strehler nei suoi spettacoli".

Che tipo di donna era nel privato?

"Assomigliava molto al suo babbo, era piena di iniziative. Nei primi anni del suo rapporto Scaligero, una delle persone con cui si frequentava assiduamente era Giorgio Armani. Le regalai una bellissima acconciatura, stile Lucia Mondella dei Promessi Sposi, che lei sfoggiò per la Prima della Scala con Giorgio. Fu un’apparizione mozzafiato".

Il suo rapporto con la famiglia...

"Ero gelosissimo. Ma lei trovava dentro di sé un equilibrio nei sentimenti. Portava sempre in tournée nostro figlio Francesco insieme alla tata".

Quali sono stati gli incontri più significativi della sua vita professionale?

"È stato un percorso di grande soddisfazione, con incontri memorabili: da John Cranko che ha creato per Carla “Romeo e Giulietta”, a John Butler che ha prodotto “Medea”, da Roland Petit a Maurice Béjart. E ancora Erik Bruhn e poi Nureyev, Vassiliev, Baryshnikov, l’elenco è interminabile".