
Il Concertozzo torna il 4-5 luglio a Bassano del Grappa, unendo musica e inclusione con Elio e le Storie Tese e PizzAut
Bergamo, Carpi, Monza e ora Bassano del Grappa. Arrivato alla sua quarta edizione, il Concertozzo ideato da Elio e le Storie Tese e dal Trio Medusa continua a migrare per l’Italia sommando musica, inclusione e solidarietà con l’obiettivo di provare a scuotere gli animi divertendo. Quest’anno l’appuntamento è il 4 e 5 luglio al Parco Ragazzi del ‘99 di Bassano, appunto, coi ragazzi di PizzAut ed altre associazioni di “sognatori che cambiano la realtà”, come li ha definiti il Capo dello Stato due anni fa nel suo discorso di fine anno, per dare un megafono alla loro condizione capace di farsi sentire lontano.
"Ogni volta abbiamo fatto un passo avanti e intendiamo continuare" ammette Elio, all’anagrafe Stefano Belisari, frontman dalle sopracciglia impossibili e il cuore allenato a battere forte per le cause importanti. "Il passo avanti è quello dell’integrazione, tant’è che lo scorso anno all’U-Power Stadium di Monza siamo riusciti ad avere una ristorazione interamente gestita da associazioni di ragazzi autistici. Caso unico in Italia, forse anche al mondo".
Il passo avanti in quale direzione pensate di farlo? "
Invitando almeno un’associazione dal Centro Italia per cercare di allargare ulteriormente la nostra sfera d’azione. In Italia, purtroppo, in questo settore non esiste nulla e le iniziative debbono essere prese singolarmente, come facciamo noi, aspettando che Stato e istituzioni capiscano. Intanto il tempo passa e le famiglie di questi ragazzi sono lì che tentennano".
Nell’aria, però, sembra esserci una consapevolezza diversa rispetto a prima.
"Abbiamo fatto in modo che se ne parlasse un po’ di più; solo un passettino, però, a cui dovrebbero seguirne altri concreti, per fare in modo che le famiglie provate dalla disabilità abbiano almeno le cose essenziali; una delle quali è il lavoro per questi ragazzi. PizzAut e le associazioni come lei rappresentano un buon esempio di cosa si può ottenere. Non ci si può solo lamentare, occorre rimboccarsi le maniche e mettersi all’opera con la coscienza che si possono fare delle cose meravigliose".
Provare per credere.
"Chi vuol farsene un’idea, può venire a Bassano il 4-5 luglio a vedere con i propri occhi cosa sono capaci di fare certe organizzazioni. Questo, naturalmente, oltre ad ascoltare tanta musica, perché quest’anno al Concertozzo, oltre a noi, ci saranno ospiti (di altissimo livello) che annunceremo più in là".
La reazione delle istituzioni è uguale ovunque o ci sono delle differenze?
"Trattandosi di una questione trasversale, che prescinde da qualsiasi collocazione politica, a parole sono tutti molto sensibili e ben focalizzati sul problema. Purtroppo, quel che conta non sono le pacche sulle spalle, quanto i fatti. Certo il Comune di Monza è stato super disponibile nel 2024, così Bassano quest’anno. Vorrei che le istituzioni venissero a vedere quel che abbiamo realizzato per costruire assieme un futuro a favore di queste persone e le famiglie".
Effettivamente le vittime di questa situazione non sono solo i disabili.
"Stiamo parlando di 600mila casi, secondo una stima di anni e anni fa che lascia immaginare siano ora molti di più (quasi 790mila secondo gli ultimi dati, ndr). E a fare le spese della situazione sono pure le famiglie in quanto un figlio affetto da autismo - parlo per esperienza personale - ti cambia la vita completamente. Chi ha i mezzi si muove in un modo, ma chi non li ha è distrutto. Persone che non si possono lasciare indietro".
Che se ne parli più di prima è un dato di fatto.
"Nico Acampora, fondatore di PizzAut, che è un drago, me l’ha detto: in questi ultimi anni i post sui social che parlano del problema si sono decuplicati. Quando due anni fa Mattarella è intervenuto all’inaugurazione di PizzAut a Monza la questione è balzata sui titoli di tutti i giornali, cosa mai accaduta prima. Ora, però, deve accadere qualcosa di pratico".
Vale a dire?
"Le terapie devono diventare gratuite per tutti. Al momento, infatti, si pagano e quindi se le può permettere solo chi ha i soldi".
Il Concertozzo continua a dare il suo contributo.
"Mettendo assieme la parte mediatica e quella pratica, il Concertozzo diventa un sasso lanciato nello stagno con la speranza che riesca a generare onde sempre più ampie. Onde positive, perché le associazioni impegnate nel campo dell’autismo fanno lavorare questi ragazzi con un’assunzione e una retribuzione, sollevando, quindi, pure la condizione delle loro famiglie".