"Dall’altra parte", in cerca della vera Milano

Lo spettacolo-concerto con musica dal vivo al Factory32 per brindare a un 2025 (se possibile) migliore

Lo spettacolo-concerto con musica dal vivo al Factory32 per brindare a un 2025 (se possibile) migliore

Lo spettacolo-concerto con musica dal vivo al Factory32 per brindare a un 2025 (se possibile) migliore

fACTORy32 si prepara a festeggiare il primo Capodanno in teatro, in compagnia delle note e delle emozioni di “Dall’Altra Parte”. In scena tutto il carisma di Enrico Ballardini e Riccardo Dell’Orfano, poliedrici protagonisti di uno spettacolo-concerto con musica dal vivo. Un viaggio tra i testi e le musiche di Jannacci, Gaber, Merini e altri indimenticabili abitanti di fragili follie metropolitane, attraverso i quali due “fools” cercano di rappacificarsi con il concetto di follia che abita tutti noi.

"Il titolo dello spettacolo doveva essere ‘Dall’Altra Parte Del Cancello’, prendendo spunto da una canzone di Giorgio Gaber su di un uomo che vede un’altra persona oltre le inferiate di un manicomio", racconta Enrico Ballardini. "Da quel seme è nato il desiderio di andare a rincontrare personaggi di una certa Milano e così ha preso forma questo spettacolo musicale, nel quale io suono la chitarra e Riccardo la fisarmonica".

“Dall’Altra Parte” si veste delle note e delle parole di indimenticabili brani di alcuni grandissimi autori del panorama meneghino, tra cui Walter Baldi, Nanni Svampa, Enzo Iannacci, Giorgio Gaber, Franco Cerri (il padre artistico di tutta quella generazione di cantautori) e altri.

"Fare questo spettacolo – continua Ballardini – è stato il nostro modo di reagire a una certa nostalgia per una Milano che adesso sta cambiando e, forse, si sta un po’ perdendo. Quella attuale è molto diversa dalla città che avremmo conosciuto negli anni ’60, un luogo nel quale abitavano questi geniali personaggi, che si incontravano ovunque e facevano musica ovunque. Era una Milano vivacissima e piena di sorprese. Facevano jazz, facevano musica, erano ragazzi che

si ritrovavano e stavano fuori. A differenza di oggi, si viveva fuori, la gente non stava dentro, era un’altra dimensione e ci sembrava bello sposare, ritrovare, questo tipo di follia che ci appartiene e che abita ognuno di noi". Una follia che alle volte ci fa sentire fuori luogo, come la fragilità, la rabbia o le emozioni più intense. Forse, però, è proprio tutto questo ciò che ci fa tornare a respirare nell’era della tecnica e dell’indifferenza, dove tutto ciò che non è produttivo appare come inutile e superfluo.

"Questo spettacolo sarà il racconto di Milano, a cavallo tra l’anno passato e l’anno che verrà. Ci saranno la nostalgia e, come diceva Pierangelo Bertoli, lo sguardo sempre dritto e aperto nel futuro. L’oggi è abbastanza complicato, ma probabilmente lo è sempre stato. Quindi ci piace pensare di guardare anche avanti e il 31 di dicembre lo faremo insieme a tutto il pubblico". La serata si concluderà con l’attesa della mezzanotte tutti insieme per brindare al nuovo anno con i protagonisti.