
Il brand Giacomo Milano si espande globalmente mantenendo la tradizione culinaria italiana sotto la guida del Gruppo Rovati.
Strada curiosa. Già a vederla all’avvio, angolo viale Premuda, non avrebbe formalmente nulla per meritarsi particolare credito. È pure stretta e a senso unico. Come dire: non è un boulevard di quelli che si guadagnano l’ammirazione. Eppure quello di via Sottocorno è un tratto della toponomastica urbana che pesa. Perché è diventata una “destination” nella mappa della desiderabilità a Milano. La ragione? Scritta nei ricordi di chi c’era stato un vita fa e aveva conosciuto Giacomo Bulleri, il cuoco e il visionario patron dei locali avviati in città e ai due lati di questa street meneghina, oggi di proprietà del gruppo Rovati che nel 2023, tramite la holding FIDIM, ha completato l’acquisizione guidando il passaggio di questo iconico brand da una gestione famigliare ad una visione manageriale, ancorché legata ai valori originali: cucina “rigenerativa” ispirata alla tradizione italiana, stagionalità e dichiarata idiosincrasia per le mode. A meno di tre anni, raggiunta la stabilità finanziaria ed economica del brand, si sta aprendo una fase di espansione in Italia e nel mondo, con diversi target all’attenzione di Carola Rovati e del suo Gruppo. Con una sola discriminante: scegliere location in linea con lo spirito di “Giacomo Milano”. Tra gli obiettivi a breve, l’avvio di un altro locale (l’ottavo) a Milano, tipo bottega “all day“ dove consumare e fare anche acquisti, ma solo dopo aver individuato la strada più adatta ad ospitare il format friendly e ricco di rimandi storici di via Sottocorno. Verrà rafforzato il brand nel resto d’Italia dove “Giacomo Milano” è già presente a Pietrasanta (Lu), a Fiesole (hotel Salviatino) e a Tremezzina sul lago di Como (Grand Hotel Tremezzo). Non è tutto.
La famiglia Rovati starebbe valutando opzioni negli States e in Estremo Oriente. Ed è significativo che a tenere le fila sia Giampaolo Grossi, ex-Starbucks Italia, chiamato dalla famiglia Rovati a riorganizzare questa realtà da 200 dipendenti e 17,7 milioni di euro di fatturato, motivando il personale e riducendo sprechi e costi all’insegna del mantra “Comprare meno, comprare meglio”. In poche parole: lavorare sulla reputazione. Quella che in realtà non ha mai smesso di circolare nei locali di via Sottocorno, all’Arengario del Museo del Novecento e al Caffè Letterario a Palazzo Reale, se è vero che tutti godono di un’invidiabile clientela formata da “repeaters” e che tra gli avventori è capitato d’incrociare star mondiali come Madonna, David Beckham e Michael Jordan. Certo, a fare breccia è la cucina di Emanuele Settel, executive chef e talentuoso rabdomante in giro per la Penisola alla continua ricerca di eccellenze destinate a impreziosire certe signature entrate in carta e che non l’hanno mai lasciata, pena la ribellione dei clienti: come “tartare di gambero rosso con sorbetto al mandarino”, “spaghetto al pomodoro” e l’immortale “Tortello cacio e pepe”. Salvo poi scoprire che tanta delizia non è accompagnata dall’enfasi di cui ormai abusano molti locali all’ombra della Madonnina. Questione di stile. E di filosofia della maison. Quella che lo chef sintetizza parlando di una cucina che tiene a bada gli azzardi e ha un solo credo: la semplicità. Concept invitante. E si finisce per giocare di sponda lungo la strada che qualcuno ama definire “Giacomo District”, censendo le varie insegne e cogliendo gli elementi che le distinguono o le uniscono. Il ristorante, al civico 6, con la boiserie e gli stucchi prestati ad una trattoria d’alto livello con il meglio della tradizione italiana di mare. A fianco il Bistrot, locale charmant e conviviale dove degustare i piatti classici a base di carni pregiate. Quindi la Rosticceria al 36, in una villetta con giardino che evoca i fuori porta d’altri tempi. E sul marciapiede opposto, la Pasticceria con la sua aria da parfumerie parigina. E la Tabaccheria, stile simil-drogheria, ideale per il light lunch alla milanese. Giusto per ribadire l’imprinting della famiglia Rovati. E in suo onore, scomodare la massima di Winston Churchill: "La chance non esiste. Quella che voi chiamate chance è solo l’attenzione portata ai dettagli".
Paolo Galliani