ANNA MANGIAROTTI
Trova Mi

La lezione di don Migliavacca: "La musica contro l’odio"

Diresse la Cappella del Duomo dal ’57 al ’98 fra Manzoni e Salmi in dialetto "Ai “pueri cantores“ diceva: non chiamatemi maestro". Convegno per ricordarlo.

La lezione di don Migliavacca: "La musica contro l’odio"

Don Luciano e don Luigi, preti musicisti molto vocati. Il primo, monsignor Migliavacca, diresse la Cappella Musicale del Duomo di Milano dal 1957 al 1998. Il secondo, il Garbini ordinato sacerdote nel 1994,ora viceparroco di san Marco, compositore di una messa elettronica, tra gli autori della “Guide de la Musique de la Renaissance”, al maestro ha dedicato un libro: “Luciano Migliavacca. La musica sacra al bivio” (Bam Edizioni) e introdurrà, nel decennale della scomparsa, sabato alle 10, al Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra, corso Garibaldi 116, il convegno “Luciano Migliavacca (1919-2013) Una continua ricerca della forma“.

Quale futuro, don Luigi, prevede?

"La Cappella Musicale del Duomo, la più antica d’Europa, fa risplendere messe solenni e vespri da oltre 600 anni...".

Un famoso collega di Migliavacca?

"Franchino Gaffurio, amico di Leonardo da Vinci".

Don Luciano si trovò a vivere anni più problematici.

"Sì, il fatto religioso, per la prima volta, si restringeva a una minoranza. Lo riconobbe l’arcivescovo Montini (poi papa Paolo VI), che al prestigioso incarico nella cattedrale aveva chiamato Migliavacca. Confermato poi da Colombo e Martini".

Emergeva il lato “acido” del boom, si preparavano gli anni di piombo...

"E don Luciano farà cantare: “... spegni l’odio nei cuori, allontana l’angoscia e il lutto, di tante famiglie fa una sola famiglia, a nessuno manchi il lavoro e il pane...”, una “Preghiera per la città” in Duomo".

Amava così tanto Milano?

"Tanto da cimentarsi nel “Salmilanes Numer Vun”, 1991, versione dialettale del Salmo 22".

Anche manzoniano?

"In “Non tirava un alito di vento” trascrisse e musicò “l’Addio ai monti” dai Promessi Sposi. Trascrivendo Dante, Leopardi, Montale, Quasimodo, Pound, dimostrò che il suo compito non si esauriva in ambito liturgico".

Ora cosa si ascolta in Duomo?

"Non più la musica di Migliavacca, e neppure dei suoi predecessori, brani scritti per questo luogo. Segnale del vortice di trasformazioni che rischiano di far perdere a Milano l’identità".

In età veneranda Migliavacca compose “Gesù tra i fanciulli”. Chiudiamo nel segno dell’ottimismo?

"A distinguere il coro della Cappella del nostro Duomo è la presenza, per due terzi, di pueri cantores. La scuola intitolata a Gaffurio, dove don Luciano li educava, spontaneo e gioviale: “Non chiamatemi maestro!”, tuttora accoglie i ragazzi. Oltre alla normale istruzione scolastica, fornisce lezioni individuali di piano e organo, gratuite. Sono le loro giovani voci il futuro del canto ambrosiano".