FABRIZIO LUCIDI
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La mia Casa a Prima vista. I consigli di Gianluca Torre: "Tre segreti per quella giusta. E ora investirei sugli ex scali"

L’agente immobiliare reso famoso dalla tv racconta il successo ("un sabato pomeriggio ho capito..."). E svela le richieste più strane. "Come quella volta che una coppia mi chiese una casa da curare".

La mia Casa a Prima vista. I consigli di Gianluca Torre:: "Tre segreti per quella giusta. E ora investirei sugli ex scali"

L’agente immobiliare reso famoso dalla tv racconta il successo ("un sabato pomeriggio ho capito..."). E svela le richieste più strane. "Come quella volta che una coppia mi chiese una casa da curare".

"Ho capito che qualcosa di importante stava accadendo un sabato pomeriggio di maggio, quando come spesso faccio - intorno alle 16 - esco dall’ufficio per un tè". Casa a Prima Vista, il “suo“ programma sul canale Real Time, era in onda da appena un paio di settimane. "Il guidatore di un’auto tira giù il finestrino e mi grida: “Vai Gianluca, sei un grande!“. Dieci minuti dopo, marito e moglie a spasso con il figlio di 2 anni - che mi conosceva - si fermano e mi chiedono un selfie. Pochi minuti più tardi, al semaforo, prima di attraversare, una ragazza mi chiede un altro selfie. Lì ho capito...". Ha capito che lui, Gianluca Torre, un passato da pubblicitario, un presente da agente immobiliare, avrebbe avuto un brillante futuro (anche) in televisione. Perché, come si dice in gergo, “buca“ la tv. Lui, come i colleghi d’impresa del programma Casa a Prima Vista: Ida e Mariana a Milano; Nadia, Corrado e Blasco a Roma.

Gianluca, come si spiega il successo del programma?

"È un mix di vari elementi. Anzitutto, il tema della casa interessa tutti, non solo chi cerca davvero in quel momento. Attira la possibilità di entrare nelle case degli altri. E poi c’è la dinamica avvincente della competizione tra agenti immobiliari: all’ora di cena, raccolti attorno al tavolo, i familiari commentano bonariamente su chi vincerà, ognuno facendo il tifo per il personaggio o per la singola casa proposta. D’altronde, noi siamo davvero agenti immobiliari proiettati da un giorno all’altro in questo mondo televisivo, manteniamo molto la nostra autenticità. Ce lo confermano le persone quando ci fermano per strada: “Traspare la tua autenticità“, mi dicono. Altrettanto ai miei colleghi, con i quali ho un rapporto vero, sempre nel rispetto l’uno dell’altro: ci facciamo critiche pungenti, certo, ma mai cattive".

Ne avrà ricevuti di clienti particolari...

"I più incredibili, e carinissimi: una coppia di antiquari che viveva in un’ex stazione ferroviari risistemata all’Ortica. Erano alla ricerca di una casa “da curare“ - come ripetevano - vale a dire un alloggio totalmente scassato che loro avrebbero potuto “guarire“ e riportare all’antico splendore. Ho offerto loro una casa igloo, della decina che ci sono ancora a Milano. Con tanto di binari del treno vicini e giardino fatiscente", sorride.

E richieste strane?

"Nel mio lavoro quotidiano c’è di tutto, dal musicista che vuole la casa “a prova di batteria“ con le pareti insonorizzate fino a chi ti chiede casa con piscina sul terrazzo con il nuoto controcorrente. Fino a chi, come mi è capitato, arriva in seconda visita a una casa antica assieme all’esorcista perché convinto che lì possano annidarsi i fantasmi...".

A proposito di lavoro quotidiano: i trucchi per riconoscere la casa giusta?

"Dico sempre di osservare tre cose, che non potrai mai cambiare in una casa: la luminosità perché è difficile aprire nuove finestre sui muri; il piano e l’ampiezza per ovvi motivi; il quartiere perché lì ci dovrai vivere, quindi meglio uscire a bersi un caffè e osservare prima di comprare. Il resto - colore, stile, disposizione degli ambienti - lo puoi valutare in un secondo momento. Questa è la bussola. Insomma, il primo impatto a livello emozionale non è tutto.

Apriamo il capitolo Milano e i prezzi delle case alle stelle. Quali sono le prospettive del mercato?

"Siamo a un livello dei prezzi molto alto, nell’ultimo anno e mezzo abbiamo registrato una riduzione del numero di compravendite ma le quotazioni hanno tenuto, soprattutto in certe zone. Per il futuro nessuno ha la palla di vetro, ma io credo che i prezzi continueranno a salire, ma in modo meno accentuato rispetto agli ultimi quattro anni. Le quotazioni tengono perché, rispetto alle altre capitali europee con le quali Milano si confronta, resta una città con prezzi tra i più competitivi. Ci sono zone a forte riqualifucazione come gli scali Romana e Farini che porteranno ulteriore impeto al mercato. Tirate le somme, sì, investirei ma in determinate zone e su case con determinate carattreristiche".

Come e in quali quartieri?

"Le occasioni in un mercato come quello milanese non esistono, ma vedo buone opportunità su alloggi da ristrutturare in zone attigue agli scali Farini e Romana. Da ristruttutrare perché, dopo l’aumento incredibile dei prezzi del materiale edile, le famiglie hanno più timori a imbarcarsi in opere di ristrutturazione magari lunghe e costose. Lì, in quella fascia, si può trovare qualcosa di interessante".

Visto che si parla di boom di richieste per case in montagna anche sull’onda dell’emergenza climatica, la vede come una tendenza a lungo termine?

"Anche qui ci vorrebbe la sfera di cristallo...Ci sono località estremamente richieste, anche dal turismo internazionale, che dovrebbero continuare a salire e comunque restare alte. Ma questo non significa che qualsiasi località di montagna crescerà così. Altrove, dove c’è grande offerta e meno richiesta di turisti internazionali, la situazione resterò stabile".

Facciamo un passo indietro: come e quando ha scelto di fare l’agente immobiliare?

"Vengo da tutt’altro percorso: sono sempre stato amante del bello, delle case e della negoziazione. Ma arrivo da un passato in pubblicità, con la laurea in Economia in tasca, nel mondo dei new media. Prima Internet, poi punti vendita della grande distribuzione. Ma è arrivata la crisi della pubblicità e la mia azienda è entrata in crisi, così ho cercato nuovi stimoli altrove. E mi sono buttato senza tanto pensarci in questo mondo affascinante. Ho intravisto una possibilità, ho studiato tanto, nella mia azienda attuale tanti colleghi sono “career changers“ come me, persone con esperienze, una rete di conoscenze e un approccio diverso rispetto al classico agente immobiliare. Il professionista di oggi deve essere un poco psicologo, un poco geometra, un poco avvocato davanti al notaio: per “funzionare“ devi essere così...".

Una curiosità: riesce a staccare dal lavoro in vacanza?

Difficile – sorride – ora sono a Bali, con i piedi in acqua, qua usano il bamboo come noi usiamo i tondini di ferro, e mi viene la curiosità. Poi noi agenti ormai siamo considerati consulenti, quindi capita che il mio cliente mi insegua fin qui a Bali, mi scrive, mi telefona. E io rispondo. Ormai siamo anche personaggi pubblici, quindi bisogna curare i profili social, rispondere come ora alle interviste...quindi in vacanza si riesce a staccare meno rispetto a prima. Ma sono felice".