FABRIZIO PONCIROLI
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La versione di Nino Frassica. La mia comicità surreale ispirata a Chochi e Renato

L’attore torna in "30 anni (di meno)" e ricorda il sodalizio con Renzo Arbore "Mi sono “autoprovinato“ finché mi ha dato una chance. Milano? La adoro".

La versione di Nino Frassica. La mia comicità surreale ispirata a Chochi e Renato

Nino Frassica è un artista poliedrico. Nel corso della sua lunga carriera, ha spaziato dalla televisione al cinema, passando da radio, teatro e qualsiasi altro ambiente dove la sua passione per lo spettacolo l’ha portato. Ora è pronto a tornare con "30 anni (di meno)", film di Mauro Graziani, dal 21 agosto al cinema distribuito da Plaion Pictures e prodotto da Camaleo. L’ennesimo "lavoro" fatto con passione vera, in attesa di realizzare un suo altro grande sogno…

Nino, una vita nel mondo dello spettacolo. Ha sempre voluto fare l’artista?

"Quand’ero piccolo, non seguivo il calcio o i motori come gli altri. Mi piaceva il mondo dello spettacolo, era il mio interesse principale. Andavo al cinema di continuo, a tutti i costi. Guardavo di tutto e ho iniziato a pensare che era anche quello che avrei voluto fare. Avevo la passione giusta e sentivo che dovevo seguirla. Così è stato…".

Quindi non c’era un piano B? "No, in realtà il piano B c’è sempre stato. Se non avessi avuto successo, sarei comunque rimasto in questo settore. Un attore non conosciuto che fa spettacolo, tutto qui".

L’obiettivo principale non sono mai stati successo, fama e soldi?

"La passione, quella è sempre stata la mia scintilla e lo è ancora oggi. Certo, ben venga tutto il resto ma è la passione che mi ha sempre spinto a fare le cose che ho fatto".

L’incontro con Renzo Arbore è stato quello che l’ha fatta svoltare, corretto?

"Assolutamente sì. Per convincerlo a darmi una chance, mi sono ‘autoprovinato’. Lasciavo nella sua segreteria diversi messaggi. In pochi secondi, cercavo di far trasparire il mio umorismo. Alla fine mi ha dato una chance: è stato un bellissimo viaggio". Mai avuto divergenze?

"No, io sono stato un perfetto allievo. Lo seguivo e, semmai, aggiungevo qualcosa. Sempre sintonizzato con lui".

Da dove nasce la sua comicità, unica quanto peculiare?

"Vengo da Messina ma non mi sono ispirato a Franco e Ciccio o, pensando a quando ero giovane, alla comicità romana che andava forte allora, come Montesano, tanto per citarne uno. Mi piaceva la comicità milanese di Cochi e Renato. Una comicità surreale. L’ho sempre trovata affascinante. Mi sono ispirato".

Ha anche vissuto a Milano? "La conosco bene, visto che ho fatto tanti lavori a Milano. Ho fatto ‘Colorado’ e ‘La Grande sfida’ con Jerry Scotti. Mi è sempre piaciuta molto, città aperta".

Ha lavorato con tanti fuoriclasse del cinema italiano. Chi l’ha colpita maggiormente?

"Guardi, a me piacciono gli attori distaccati. Quelli con cui, quando si finisce di lavorare, si ride e si scherza. Mi piacciono gli attori medi. Quelli bravi, sono sempre concentrati ed è normale che sia così. Sono i medi che si lasciano andare… Certo, se fai un film drammatico, è difficile lasciarsi andare per chiunque. Per questo mi piace fare film comici e commedie".

A proposito di commedie, ecco “30 anni (di meno)“, diretto da Mauro Graiani…

"Un bel film corale. Faccio il marito di Greg. Quando mi hanno proposto il ruolo, mi ha subito incuriosito. Sono un ammiratore di Greg e credo che la stima sia reciproca. Amo quel tipo di comicità. Siamo anche riusciti a metterci qualche battuta surrealista. Poi è davvero bello lavorare con amici, conosco Antonio Catania e Massimo Ghini da tanto tempo. Si crea sempre una bella atmosfera. Lavorare con persone che stimi è meglio".

Nino Frassica ha ancora un sogno nel cassetto?

"Un libro a cui sto pensando, pieno di racconti super surreali. Vedremo come evolverà anche questo progetto".